Impennata degli sfratti: +32% Oltre 500 persone perdono la casa
Il Trentino Alto Adige è una delle regioni in cui sono maggiormente aumentati nel 2014 i provvedimenti e le esecuzioni di sfratto: oltre 500, con incrementi superiori al 30% rispetto all’anno precedente.
Il Trentino Alto Adige è una delle regioni in cui sono maggiormente aumentati nel 2014 i provvedimenti e le esecuzioni di sfratto: oltre 500, con incrementi superiori al 30% rispetto all’anno precedente.
Lo rivela la Uil citando dati del ministero dell’Interno. L’anno scorso a livello nazionale sono stati emessi 77.278 provvedimenti di sfratto, con un incremento del 5% rispetto al 2013. Di essi, 69.015 sono sfratti per morosità.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sfratti emessi: 14.533, pari al 18% del totale nazionale. La regione in testa per incremento è invece il Molise con +86,1%. Il Trentino Alto Adige è al quarto posto con 513 provvedimenti, di cui 230 a Trento e 283 a Bolzano, e un aumento del 32,2%.
I dati comprendono anche 150.076 richieste di esecuzioni presentate all’Ufficiale giudiziario. In testa sempre la Lombardia, ma la nostra regione è al top per aumento: 516 richieste pari ad un incremento del 67,5%.
Le esecuzioni vere e proprie sono state invece 36.083. Rispetto al periodo precedente, la maggiore variazione degli sfratti eseguiti è stata registrata in Molise (+98,7%), Emilia Romagna (+38,1%) e, di nuovo, Trentino Alto Adige con 238 casi, 115 a Trento e 123 a Bolzano, pari al +37,5%.
«La mancanza di una vera politica che agisca strutturalmente sul settore abitativo ha comportato questa situazione drammatica - afferma il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, che chiede «un grande, rapido, efficace piano di recupero e risanamento urbano».
Per Loy «le cause di questa espressione di fortissimo disagio sono sia il crescente numero di persone in sofferenza economica, dovuto in gran parte dalla mancanza di occupazione più o meno stabile, sia la ridotta offerta di abitazioni a costi compatibili con ciò che sono in grado di spendere moltissime famiglie. È desolante che la politica non aggredisca questo tema con forza, coniugandolo con l’altra grande emergenza che sta colpendo la nostra economia: il crollo, in termini di contributo alla crescita del Pil, del comparto delle costruzioni».