Manifattura di Rovereto, stop all'appalto milionario Un'omessa dichiarazione esclude la cordata trentina
Trentino Sviluppo, cioè la Provincia, ha revocato l'aggiudicazione del maxi appalto per la realizzazione della fabbrica «green» Progetto Manifattura a Rovereto, un'opera da 44 milioni di euro a base di gara, aggiudicata per oltre 36 milioni. La cordata vincitrice delle quattro aziende trentine Collini Lavori, Ediltione, Consorzio Lavoro Ambiente e Premetal è stata esclusa perché uno dei professionisti del gruppo di progettazione, composto da Obr , Sws , Krej , studio Vio , Evo3 e Buro Happold , ha omesso di dichiarare una vecchia condanna penale, peraltro di lieve entità.
A questo punto l'aggiudicazione passa ai secondi classificati, il raggruppamento guidato dalla Pessina Costruzioni di Milano. Ma la partita legale è aperta: i ricorsi al Tar sono ben cinque.
Il boccone è grosso, gli appalti pubblici sono scarsi (vedi pagina a fianco) e la «guerra» tra imprese per l'aggiudicazione di quelli maggiori è continua. In questo caso però, come nell'appalto dell'immobile ex asilo San Martino a Trento ( l'Adige del 14 gennaio), il rovesciamento del risultato della gara è dipeso dalle puntigliose regole degli appalti, che prevedono - ma ora la norma verrà cambiata - l'esclusione se non vengono fatte tutte le dichiarazioni previste dalla legge, a prescindere dalla loro rilevanza. Il problema quindi non è la condanna subita, che anche in questo caso era di lieve entità, ma l'omessa dichiarazione.
L'appalto per la progettazione esecutiva e i lavori di realizzazione del Progetto Manifattura-Green Innovation Factory ambito B lotto 1 a Rovereto prevedeva un importo complessivo a base di gara di 44,5 milioni, di cui 43,6 milioni per lavori (43 milioni soggetti a ribasso).
L'opera, vero e proprio incubatore «verde» destinato a ospitare decine di imprese green, progettata dall'archistar giapponese Kengo Kuma , ha attirato l'attenzione non solo delle maggiori aziende edili trentine ma di big nazionali del settore.
Oltre all'associazione temporanea d'impresa (Ati) Collini & c., hanno partecipato alla gara la Pessina Costruzioni , nota per la Tangenziale est di Milano e diversi ospedali ma anche per essere azionista della società editrice del quotidiano del Pd l'Unità, insieme alla trentina Log Engineering , la Intercantieri Vittadello di Limena con le trentine Rossaro di Tione e Elettrica di Mollaro, la Colombo Costruzioni di Lecco, capofila del raggruppamento che ha costruito il nuovo quartiere delle Albere, la Pizzarotti di Parma, che ha come partner Mak Costruzioni subentrata alla fallita Costruzioni Iobstraibizer , la Itinera di Tortona, gruppo Gavio , con le trentine Martinelli e Benoni e Benedetti . Esclusa per aver presentato una documentazione incompleta la cordata in capo alla veneto-trentina Carron .
Capofila della cordata Collini era all'inizio la Marsilli di Rovereto, poi rilevata dalla Btd Servizi Primiero , la coop edile di Imer entrata improvvisamente in crisi quasi un anno fa, a poche settimane dall'apertura delle buste della gara per Progetto Manifattura. Collini rilevò «a treno in corsa» la quota Btd-Marsilli, pari al 41% dell'Ati, e così il raggruppamento arrivò alla fase finale di gara con le carte in regola. Su questo però la seconda classificata Pessina aveva già presentato un ricorso al Tar prima dell'infortunio della cordata vincitrice.
Nell'aggiudicazione con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, Collini & c. hanno vinto nella parte tecnica, che pesa sul punteggio finale per il 70%, e sono arrivati secondi nella parte economica, offrendo 35 milioni sui 43 soggetti a ribasso, agguantando così il primo posto assoluto. Seconda, come detto, Pessina con Log Engineering e terza Intercantieri Vittadello con Rossaro (poi in concordato ma ha ripreso l'attività con una newco) e Elettrica.
Ad agosto, quando c'è stata l'assegnazione dell'appalto, si parlava di far partire la progettazione esecutiva dei lavori a novembre, con l'obiettivo di completarla nel 2018. Alla fine dei lavori, Progetto Manifattura sarà in grado di accogliere un centinaio di imprese «green», il doppio di quelle attualmente insediate, dando lavoro indicativamente a 1.200 addetti.
Ma la battaglia legale è cominciata subito. Pessina ha fatto ricorso al Tar contro l'aggiudicazione all'Ati Collini e nell'udienza del 22 ottobre ha rinunciato alla sospensiva. Prima che si arrivi all'udienza di merito, la Provincia ha preso il provvedimento di revoca, ma la cordata Collini ha immediatamente fatto ricorso. Nel frattempo la terza classificata faceva ricorso contro la seconda e così via, per un totale di cinque procedimenti aperti al Tribunale di giustizia amministrativa.
Trentino Sviluppo, inoltre, sta facendo ora su Pessina le stesse verifiche che sono state fatte sulla prima classificata. La puntigliosità della legge sulle dichiarazioni omesse è del periodo più recente, ma ora una nuova norma provinciale reintrodurrà la valutazione della rilevanza dell'omissione. Troppo tardi, però, per Collini.