Il contestato trattato economico Usa-Ue va verso lo stop
La conferma è arrivata dal governo francese: il contestato accordo di deregolamentazione commerciale fra Unione europea e Stati Uniti è destinato a non vedere la luce.
A far venire meno un tassello della prospettiva dei fauytori del Ttip, fra i quali si annvoera il sempre entusiasta governo italiano, è stata la doccia fredda della Brexist, che ha introdotto una nuova criticità in una sotruzione che avanzava faticosamente nel negoziato svoltosi largamente nelel segrete stanze. Solo recentemente, infatti, è stato possibile, su precisa richiesta di gruppi parlamentari di opposizione, accedere in misura peraltro limitata, alla visione dei documenti su cui si basa il confronto fra Ue e Usa per la liberalizzazione dei mercati con l'obiettivo di favorire reciprocamente export e import.
Un altro elemento che gioca a sfavore del trattato è l'ortmai imminente addio del presidente Obama alla Casa Bianca, con l'incertezza sulla successione, anche se è probabile che un successo di Hillary Clinton darebbe continuità alla linea precedente, almeno per la parte amercana.
«Non c’è alcuna possibilità che si chiuda la partita prima della fine dell’amministrazione Obama, data l’inconciliabilità delle posizioni delle parti», spiega ora il ministro francese al Commercio estero Matthias Fekl,
Adesso anche dal governo Renzi, si frena, malgrado il calore con cui da sempre si è invece difesa la bontà del progetto Ttip: il ministro Carlo Calenda afferma che «manca la fiducia» e prevede che salteranno sia l'accordo con gli Stati Uniti sia un piano analogo per i commerci con il Canada-
Il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Agreement) fra l'Unione europea e gli Stati Uniti, di cui si è da poco concluso il 14° round negoziale, è concepito per essere un ambizioso trattato di libero scambio di merci, servizi e investimenti fra i due lati dell'Atlantico.
Un trattato, molto contestato dai movimenti popolari e dai sindacati per gli effetti negativi su consumatori, lavoratori e ambiente naturale. Si denuncia l'arretramento sociale conensso con questa idea di creare la più grande area di libero scambio del pianeta, sommando due economie che insieme, rappresentando oltre 800 milioni di persone, ammontano già oggi al oltre il 46% del Pil dell'intero pianeta.
Un trattato in cui il commercio sarebbe solo la parte minore e le cui conseguenze sarebbero gigantesche e inciderebbero radicalmente sulla vita di entrambi i continenti. Ma sul quale vi sono differenze radicali fra i due continenti nei rispettivi regolamenti in molte aree, dall'ambiente alle regole del mercato del lavoro, dalla proprietà intellettuale ai servizi finanziari.
Malgrado la segretezza, un paio di mesi fa Greenpeace Ue era entrata in possesso di molti documenti riservati sul negoziato e aveva rivelato ciò che i movimenti contrari da tempo denunciavano.
Gli Stati Uniti, attraverso il negoziato sul Ttip, stanno esercitando una enorme pressione sull'Unione europea perché abbassi le sue tutele in tema di difesa dell'ambiente, della salute e dei diritti dei cittadini. per esempio allentando le maglie sui controlli di qualità dei prodotto agroalimentari e ampliando lo spettro di utilizzo di pesticidi e fitofarmaci.
Ora si vedrà se davvero tutto si bloccherà o se sarà solo una pausa "tecnica", in attesa del nuovo inquilino della Casa Bianca e di un ammorbidimento della posizione Usa: la pretesa che l'Europa arretri per favorire le corporation americane sarebbe indigeribile per le opinioni pubbliche del Vecchio Continente, già poco comprensivi, in quest'epoca, nei riguardi delle loro classi dirigenti.