Cooperazione in crisi «Alleanza Sait - Dao»
La proposta del vicepresidente di Federcoop Cattani
Il dialogo tra Sait e Dao, le due centrali del commercio cooperativo trentino, non dovrebbe concentrarsi tanto sugli aspetti commerciali quanto su temi più genuinamente cooperativi come la promozione dei prodotti locali e il presidio dei piccoli paesi. È la proposta di Cesare Cattani, da pochi mesi vicepresidente della Federazione, su uno dei nodi emersi nel dibattito sul futuro della Cooperazione promosso dall’ Adige e svoltosi giovedì al Grand Hotel Trento.
Le difficoltà della cooperazione di consumo, assieme alla grande trasformazione del mondo del credito e delle Casse rurali, sono stati al centro del confronto tra il presidente di Federcoop Mauro Fezzi e il professor Michele Andreaus, moderati dal direttore dell’ Adige Pierangelo Giovanetti .
Su tutto incombe il dimagrimento della Federazione, chiamata, ha detto Fezzi, a ridurre di un terzo il personale, da 180 a 130 dipendenti, nei prossimi anni a seguito della contrazione delle risorse e della costituzione del gruppo bancario cooperativo nazionale, guidato da Cassa Centrale Banca. Per ora gli esuberi in Federcoop sono 12 e verranno inseriti nel piano di prepensionamenti del nuovo Focc, il Fondo occupazione dei bancari che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana.
È stato proprio Fezzi a sottolineare nel dibattito che «Sait ha i numeri per salvarsi da solo se mette mano alla struttura dei costi. Bene cercare collaborazioni con Dao, che è anch’essa nella Cooperazione. Ma se Sait e Dao trovassero punti di contatto e di razionalizzazione delle strutture sulla logistica o sui trasporti, gli esuberi dagli attuali 130 potrebbero diventare 150».
«Il presidente ha deciso di impegnarsi sul consumo, dove la situazione è complicata - afferma Cattani, che era presente al Grand Hotel Trento - cercando di capire se ci sono margini di collaborazione e condivisione tra i consorzi. Ma Fezzi ha ragione: se la collaborazione fosse sul terreno della razionalizzazione delle strutture, ci troveremmo più esuberi invece che meno. Inoltre sul piano commerciale Sait e Dao fanno riferimento a due marchi in concorrenza nazionale come Coop e Conad».
«Ci sono però dei terreni su cui si potrebbe lavorare insieme. Ad esempio sui prodotti non a marchio, sui prodotti locali» sostiene Cattani. Nel dibattito dell’altro giorno, Andreaus ha «provocato» la discussione sostenendo che sulla promozione dei prodotti locali è più avanti il concorrente Poli. «Invece potremmo pensare ad un progetto comune delle centrali cooperative di promozione dei prodotti trentini» sottolinea Cattani.
Non solo. «In alcuni interventi nel dibattito e in alcune discussioni che ho avuto con presidenti di Famiglie cooperative riemerge la tesi della differenza che ci sarebbe tra la vera cooperazione, che sarebbe quella di consumo, e i dettaglianti riuniti in cooperativa, che sarebbero un’altra cosa. Ma così ci facciamo del male.
Pensiamo ad un piccolo paese dove la Famiglia cooperativa è l’unico negozio. Se la Famiglia coop non ce la fa, perché non salvare il servizio con un dettagliante di Dao? E viceversa. Il grosso dei soci Dao è costituito da piccoli negozi. Il presidio dei piccoli centri potrebbe essere un altro terreno di collaborazione fra Sait e Dao su temi strettamente cooperativi».
Per quanto riguarda la Federazione, le prime riduzioni di budget sono già emerse nell’ultimo cda, in cui è stato spiegato che i contributi 2016 sono in calo del 12% rispetto all’anno precedente ( l’Adige del 31 gennaio).
Il motivo è la diminuzione del numero delle Casse rurali, i cui versamenti sono il 62% del totale, a seguito delle fusioni. Ma cosa succederà quando il 1° luglio 2018 partirà il gruppo bancario nazionale? Nulla vieta alle Rurali di rimanere socie della Federazione, anzi l’obiettivo di Fezzi è di mantenere il credito cooperativo del territorio, le Rurali appunto, nel movimento.
Ma le quote di adesione saranno ridotte perché la Federazione darà meno servizi al credito.