Il Bazar di Gardolo «Cambio anti crisi»
Ci sono botteghe il cui nome è sinonimo di tradizione e di radici trentine. Uno di questi è il Bazar di Gardolo
Lo storico negozio ora propone un nuovo orario: un cambiamento per salvarsi dalla crisi che avanza.
A dirlo è Nicola Gozzer, ultimo discendente, assieme alla mamma Alessandra e le sorelle Martina e Anna, della «dinastia» che nel 1921 aprì il bazar in piazza Libertà.
Nel solo mondo del commercio trentino nel 2016 si sono persi quasi 400 posti. «Cerchiamo di garantire il lavoro ai 15 dipendenti, tutti di Gardolo. La situazione in alcuni rami è pesante, ad esempio nella cartoleria, dove per molti punti vendita è prevista la chiusura. Ma noi resistiamo anche per garantire vita al paese. In famiglia abbiamo ideato una riduzione di orario al pomeriggio: apriremo dalle 15 alle 18.30 e non più dalle 14.50 alle 19, tagliando così 40 minuti al giorno. In questo modo salviamo i posti: tutti i dipendenti si sono detti a favore».
Una riduzione che naturalmente va a incidere sullo stipendio «ma le turnazioni sono studiate garantendo a chi lo ha chiesto le ore precedenti». In media i commessi saranno infatti impiegati per tre ore in meno a settimana. Una opzione dai risvolti «etici»: rispondere alla crisi tenendo più aperto, oppure migliorando e ottimizzando gli orari?
«La concorrenza da un lato è aumentata per via delle multinazionali e di una filosofia imperante che io definisco “alla veneta”: aperture continuate dal lunedì alle 8 fino alla domenica alle 20, un modello improponibile per noi. Dall’altro lato, però, abbiamo anche acquisito in questi anni nuovi clienti, per la chiusura di alcune mercerie in provincia».
«Abbiamo studiato le presenze e la decisione finale è stata appunto di tagliare i momenti di minori vendite». Optare per il modello «lavorare meno per lavorare tutti», quindi. «Restiamo convinti sia questa la strada da seguire, sulla falsariga del Nord Europa, dove i negozi chiudono talvolta già alle 17».
Peraltro, pare che la clientela di Gardolo mostrasse dopo le 18.30 una notevole flessione numerica. Questo è il primo di due step di riorganizzazione: «Il prossimo passo, ad agosto, sarà quello di riammodernare i locali per tipologie. Uniremo ad esempio tessuti, tendaggi e filati in un unico reparto. Contiamo, dopo questo intervento, di superare la crisi trovando un nuovo equilibrio».