Ferrero prima azienda italiana per reputazione al mondo
È Ferrero la prima azienda italiana per reputazione al mondo. Si trova al 18° posto nella classifica annuale stilata da Reputation Institute ed insieme ad Armani, Pirelli, Barilla e Lavazza, compone la rosa delle compagnie italiane nella top 50 della classifica che sul podio mondiale vede Rolex seguita da Lego e Google.
Ferrero, si conferma anche a livello globale, la prima azienda come reputazione nel settore del Food. Giorgio Armani Group continua a scalare la classifica guadagnando altre 6 posizioni (nel 2017 ne aveva guadagnate 4), attestandosi in 22ª posizione. In crescita anche l’apprezzamento nei confronti di Pirelli (dal 32° al 30° posto). Barilla è in 36ª; Lavazza, new entry, in 49ª posizione.
Tra le aziende al vertice, Rolex conferma la sua pluriennale leadership. Dal quarto al decimo posto ci sono: Canon, The Walt Disney Company, Sony, Adidas, Bosch, BMW Group, Microsoft come le ultime due nuove arrivate.
La classifica evidenzia alcuni cambiamenti in atto all’interno dei diversi settori industriali: 6 dei primi 10 posti sono occupati da aziende «consumer-oriented», categoria che rappresenta il 27% delle prime 100 posizioni in classifica.
La tecnologia ha sostituito l’industria automobilistica come settore più reputato seguita da cibo e bevande. Le categorie più colpite nel declino delle classifiche sono l’alberghiero (-16), i trasporti (-13) e le compagnie aeree (-12).
Il modello del Reputation Institute misura la percezione del general public in relazione alle principali aziende del mondo in sette dimensioni razionali che rappresentano la chiave per la valutazione della reputazione: prodotti e servizi, innovazione, ambiente di lavoro, governance, responsabilità sociale e ambientale, leadership e performance.
Una reputazione «eccellente» è rappresentata da un punteggio complessivo RepTrak di 80 punti o superiore. Un punteggio di 70-79 è considerato «forte», mentre 60-69 è «media». Nessuna delle aziende rientrate nella classifica Global RepTrak 100 ha registrato uno score sotto i 64 punti.
L’analisi effettuata si basa su oltre 170.000 dati raccolti nel primo trimestre 2017 in 15 Paesi, tra cui Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti