In tre mesi 12 mila nuovi assunti Sale l'occupazione in Trentino
Tra agosto e ottobre le imprese trentine prevedono di assumere 11.950 persone, il 26% in più dello stesso periodo del 2017 quando le assunzioni si attestavano a 9.470. Le entrate al lavoro con contratto a tempo indeterminato sono il 12% del totale, a cui si aggiunge un 7% di contratti di apprendistato. I lavori a tempo determinato sono invece il 65%, ben dieci punti percentuali in più del 2017, probabilmente perché si accelerano le chiamate prima che scatti la stretta prevista dal Decreto dignità. A sorpresa, il balzo delle assunzioni è trainato più che dal turismo, dove pure crescono del 7%, dall’industria manifatturiera col un sorprendente +72% e dai servizi alla persona, badanti e altri servizi di assistenza, col +25%.
Secondo il bollettino di agosto del progetto Excelsior di Unioncamere, l’associazione delle Camere di commercio italiane di cui fa parte l’ente camerale di Trento, le aziende della provincia intendono chiamare al lavoro 2.920 persone ad agosto, 5.490 a settembre e 3.540 a ottobre. L’industria manifatturiera prevede complessivamente 2.600 assunzioni, rispetto alle poco più di 1.500 dell’analogo trimestre dell’anno scorso. Traina l’industria alimentare con 1.070 chiamate, spinte dall’espansione produttiva di molte imprese del settore. Nelle aziende metalmeccaniche e elettroniche le assunzioni totali sono 780 mentre 120 sono le chiamate previste sia nella chimico-farmaceutica che nel legno e mobili. Tuttavia è nell’industria che si concentra il lavoro stagionale per i picchi di produzione: quasi un terzo delle chiamate riguarda lavoratori in somministrazione, i cosiddetti interinali.
Le costruzioni appaiono in ripresa con 940 assunzioni rispetto alle 660 dell’agosto-ottobre 2017. Le previsioni di entrata nel commercio sono 1.390, in aumento dell’8,5%, mentre nei servizi di alloggio e ristorazione, cioè nel turismo, sono 2.120, in crescita del 7% e in buona parte stagionali. Salgono del 15% a 1.960 gli assunti previsti nei servizi alle imprese, di cui 600 nei trasporti, logistica e magazzinaggio. Ma il balzo maggiore (+25%) è nei servizi alle persone con 2.940 assunzioni previste. Tra le entrate, i profili generici, quelli a minore specializzazione e qualificazione, sono il 15% del totale, mentre aumentano al 23% le richieste di operai specializzati e conduttori di impianti e al 39% del totale le professioni commerciali e dei servizi. Poi c’è un 9% di impiegati e un 14% di dirigenti, specialisti e tecnici. Ma qui si apre il problema delle professioni di difficile reperimento. Si possono stimare in circa 500 gli operai e i tecnici hi-tech che le imprese cercano ma non trovano.
La banca dati Excelsior delle Camere di commercio presenta tabelle dettagliate sulle richieste delle imprese per qualifica e titolo di studio e precisa quali sono quelle che è più difficile soddisfare. Nel complesso le figure professionali di difficile reperimento sono il 30% del totale, divise più o meno a metà tra situazioni in cui è ridotto il numero dei candidati e situazioni in cui competenze e qualificazioni sono inadeguate alla richiesta. Il caso più clamoroso è quello degli operai nelle attività metalmeccaniche e elettromeccaniche, dove è di difficile reperimento l’80,7% dei lavoratori richiesti, nel 53% dei casi per inadeguata competenza e qualificazione. Ma è difficile, al 53,3% anche trovare metalmeccanici da impiegare in altri settori e al 50,6% trovare tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, in questo caso soprattutto per il ridotto numero di candidati.