Pensioni, i 5 Stelle non cedono «Tagli sopra i 4mila euro» La Lega voleva alzare il tetto
Il Movimento 5 Stelle non arretra sulle pensioni d’oro. «Saranno tagliate senza pietà», annuncia il capogruppo alla Camera Francesco D’Uva, firmatario della proposta di legge depositata il 6 agosto. E il tetto dei 4.000 euro, chiarisce sul Blog delle Stelle, «è la pietra angolare del testo». Un vero e proprio freno dunque alle intenzioni leghiste di alzare il limite per il ricalcolo a 5.000 euro al mese.
«Alcune mega pensioni non coperte da contributi non hanno senso di esistere» ha detto, senza esporsi e senza fare riferimento a tetti, il vicepremier e ministro dell’interno, Matteo Salvini. Ma il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon in un’intervista ricorda che nel programma di Governo la cifra soglia era a 5.000 euro e che il tetto dei 4.000 contenuto nella proposta di legge D’Uva-Molinari va alzato. È comunque difficile che il testo presentato superi la discussione parlamentare (ed è molto alta la probabilità di ricorsi così come accaduto a seguito del blocco della perequazione contenuto nella legge Fornero che pure non era un taglio netto della prestazione) anche perchè non si riesce a trovare la quadra nè sulla quantità nè sul modo in cui si intende tagliare l’assegno.
Secondo i primi calcoli sul possibile effetto della modifica al progetto di legge, l’aumento della soglia limiterebbe i risparmi per l’erario tra i 115 e i 200 milioni di euro a seconda dell’opzione prescelta per effettuare il taglio. Il limite di 5.000 euro netti per il taglio con il ricalcolo attuariale (indipendente dai contributi versati ma guardando l’età in cui si è andati a riposo) previsto dalla proposta di legge in base alle stime della società di ricerca Tabula porterebbe a risparmi intorno ai 200 milioni al netto delle minori entrate fiscali e riguarderebbe circa 27.000 persone.
Tagliando le pensioni oltre la soglia dei 5.000 euro con il ricalcolo contributivo inizialmente ipotizzato, il risparmio sarebbe stato di 115 milioni al netto delle minori entrate fiscali.
D’Uva è però irremovibile: «Molte delle persone che oggi si oppongono al taglio delle pensioni d’oro - ha affermato - sono le stesse che fino a qualche settimana fa difendevano i vitalizi. Se la casta difende i privilegi, noi difendiamo gli interessi dei cittadini e agiamo per ristabilire equità sociale nel nostro Paese. Alla ripresa dei lavori parlamentari taglieremo le pensioni d’oro per aumentare le pensioni minime così come sancito dal contratto di governo. E c’è totale sintonia sul tema. Andiamo avanti senza timori e senza alcun ripensamento».