Aziende dei servizi, in 600 rischiano il posto
Circa 600 lavoratrici e lavoratori del gruppo Dolomiti Energia rischiano di perdere il posto o di peggiorare le condizioni lavorative se il governo e il Parlamento confermassero la norma che prevede di esternalizzare l’80% delle attività svolte da titolari di concessioni che abbiano ricevuto l’affidamento senza gara. In Trentino è il caso di Set Distribuzione (rete elettrica), Novareti (gas), Dolomiti Ambiente (rifiuti), tutte aziende che fanno capo a Dolomiti Energia.
Le imprese del settore, comprese quelle trentine, hanno presentato ricorso al Tar contro la norma. E ieri in tutta Italia c’è stato lo sciopero di protesta convocato dai sindacati, con manifestazioni a Roma e a Trento (nella foto: il presidio sindacale davanti al palazzo del Governo ieri mattina).
La vicenda trae origine dal comma 1 dell’articolo 177 del Codice degli appalti 2016, che stabilisce che i titolari di concessioni che abbiano ricevuto l’affidamento senza gara potranno tenere per sé solo il 20% di lavori, servizi e forniture superiori a 150 mila euro, mentre il restante 80% dovrà essere affidato mediante procedura di evidenza pubblica, cioè messo a gara. Fino allo scorso agosto, tuttavia, l’Anac, l’Autorità anticorruzione che sorveglia gli appalti pubblici, aveva interpretato la norma nel senso che l’attività eseguita direttamente dal concessionario doveva considerarsi esclusa dalle percentuali sopra indicate.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle linee guida Anac arriva la svolta: i contratti in base ai quali definire l’80% da mettere a gara sono «tutte le prestazioni oggetto della concessione». All’origine di questo cambio di impostazione c’è un parere del Consiglio di Stato, che peraltro ha dei dubbi e ritiene che la questione vada segnalata alla Cabina di regìa sugli appalti istituita presso la presidenza del Consiglio.
A questo punto sono partite le proteste di aziende e sindacati. Come spiega Dolomiti Energia in una comunicazione ai dipendenti del gruppo, Utilitalia, l’associazione delle aziende di servizi di pubblica utilità, ha presentato ricorso al Tar del Lazio e così hanno fatto direttamente molte aziende tra le quali le trentine Set Distribuzione e Novareti. Queste due controllate di Dolomiti Energia, insieme a Dolomiti Ambiente, si trovano infatti nella condizione di essere titolari di concessioni di distribuzione dell’energia elettrica e del gas e di gestione dei rifiuti affidate senza gara.
Set Distribuzione conta 280 dipendenti, Novareti 220, Dolomiti Ambiente 260 per un totale di 760. Da qui la stima dell’80% di dipendenti a rischio, circa 600, mentre a livello nazionale sarebbero 28 mila. «In base alla norma, queste aziende dovranno mettere a gara l’80% delle loro attività - afferma Alan Tancredi, segretario della Uiltec - Con tutti i rischi della gara: in primo luogo la norma non precisa che il vincitore deve assumere i dipendenti Dolomiti, anche se in qualche contratto nazionale è prevista la clausola sociale. In secondo luogo, chi vince gare come queste punta a risparmiare sul costo del lavoro, come abbiamo visto in Vallagarina. Le condizioni di lavoro quindi potrebbero peggiorare».
Secondo i sindacati, la norma non trova fondamento nella normativa europea. «Non garantisce i processi industriali e gli investimenti che le aziende devono fare - sostiene Tancredi - Il settore diventerebbe una giungla». A questo si aggiungono una controversa proposta di riforma del servizio idrico e l’ipotesi del governo di escludere la geotermia dalle fonti rinnovabili. «In Parlamento c’è fermento, con il Movimento 5 Stelle che sembra schierato per le gare - conclude Tancredi - L’incertezza è grande».