Il super-gruppo Rurali al via, con 200 prepensionati
Martedì 1° gennaio Cassa Centrale Banca insieme a 84 Casse rurali, Raiffeisen e Bcc di tutta Italia fanno il salto nella top ten del sistema bancario con un gruppo da 73 miliardi di euro. Ma a livello nazionale portano anche il modello trentino sul lavoro, in cui gli esuberi sono gestiti senza lasciare nessuno per strada ma accompagnandolo alla pensione. Nelle 20 Rurali trentine, che diventeranno 17 il prossimo 1° luglio per le nuove fusioni, si contano oltre 200 bancari su 2.000 prepensionati grazie al Focc, il Fondo bilaterale per l'occupazione. Il gruppo Ccb conta 11.500 collaboratori, di cui 1.200 nella capogruppo e nelle sue società. Per gli eventuali nuovi esodi, Cassa Centrale proporrà di estendere il Focc a livello nazionale nel prossimo contratto Federcasse.
D'altra parte l'entrata nel gruppo aiuterà Casse rurali e Bcc a riprendere la strada dell'erogazione dei prestiti a famiglie e piccole imprese, negli ultimi anni decisamente in calo anche a causa delle pesanti pulizie di bilancio dai crediti deteriorati. Il gruppo conta oggi 45 miliardi di impieghi, le Casse trentine 10. Il piano industriale di Ccb prevede una crescita netta annua dei prestiti per tre anni tra l'1,8 e il 2,2%, cioè tra 800 milioni e 1 miliardo. Questo, però, al netto della cessione delle sofferenze, che solo nella prossima operazione di gennaio ammontano a 750 milioni ( l'Adige del 17 novembre). Significa che l'aumento effettivo dei crediti va da 1,5 a 1,7 miliardi, cioè si avvicina al 4% annuo.
L'altroieri si è tenuta a Trento l'ultima riunione del cda di Cassa Centrale che ha convocato l'assemblea dei soci per il 14 gennaio a Milano. L'assise nominerà il nuovo consiglio composto da 15 membri, 10 espressione delle Bcc e 5 indipendenti come previsto dalla legge di riforma (vedi a fianco). Cassa Centrale è la prima del credito coop ad arrivare al traguardo del gruppo, dopo il via libera definitivo di Bankitalia il 18 dicembre. Iccrea seguirà a gennaio, le Raiffeisen altoatesine - 39 su 41 perché due aderiscono al gruppo Ccb - grazie alle ultime modifiche normative hanno optato per il sistema del fondo di garanzia alla tedesca.
«Il sistema delle banche locali si rafforzerà: il credito cooperativo è un valore fondamentale per l'Italia, un motore irrinunciabile di sviluppo e di sostegno all'economia, ai territori, alle comunità, alle famiglie e alle piccole e medie imprese» sottolinea al brindisi inaugurale il presidente uscente di Ccb, che va verso la riconferma, Giorgio Fracalossi . «Questo progetto originale e innovativo - aggiunge il direttore generale Mario Sartori, che dovrebbe diventare amministratore delegato - rappresenta un pezzo del futuro e della speranza del nostro Paese».
«Dopo anni di difficoltà e di pulizia nei bilanci, già quest'anno ci sarà un buon risultato, anche se il primo bilancio consolidato sarà quello 2019 - afferma Fracalossi - Le banche del gruppo si sono rafforzate anche grazie alle fusioni: all'inizio erano 122, ora sono 84. L'ultima assemblea, della Raiffeisen di San Martino in Passiria, è stata il 21. In Trentino a metà anno scatta la fusione Val Rendena-Pinzolo-Adamello e quella Alta Vallagarina-Lizzana. Poi discuteranno con Rovereto e Vallagarina. Fra Trento e Lavis c'è un tavolo di confronto. Le fusioni devono essere condivise con i territori».
«Cassa Centrale ha raddoppiato gli addetti a 450, con le società del gruppo, da Cuneo a Padova a Bologna, arriviamo a 1.200 - prosegue Fracalossi - Il gruppo ne conta 11.500. Saranno necessari altri esodi. Ma grazie al Focc, il Fondo trentino che pure ci costa parecchio, nessuno è stato lasciato per strada: i lavoratori sono stati accompagnati alla pensione. Proporremo il Focc a livello nazionale nel prossimo contratto Federcasse».
«Il gruppo ha 73 miliardi di attivi, 45 di impieghi, 70 di raccolta complessiva, 6,7 miliardi di patrimonio - riepiloga Sartori - Le filiali sono 1.518, le società del gruppo 15. Abbiamo un Cet1 di oltre il 18%, siamo tra i più solidi gruppi italiani. Per quanto riguarda i crediti deteriorati, l'obiettivo è di scendere sotto il 10% entro il 2021. Quest'anno siamo fra il 13 e il 14%, partivamo da quasi il 20%. Faremo una nuova cartolarizzazione di Npl (Non performing loans ndr ) da oltre 700 milioni, lo spread ha complicato le cose ma ce la faremo per gennaio. La Bce, che ora ci vigila, ha alzato l'asticella: dopo le crisi bancarie chiede totale tutela per il cliente».
«Per quanto riguarda i crediti - puntualizza Sartori - il budget triennale prevede una crescita dell'1,8-2,2% annuo, anche se i segnali che arrivano dall'economia non sono buoni. A questo va aggiunta l'attività dell'acquisita Claris Leasing in collaborazione con Fraer Leasing di Société Générale, che hanno un budget 2019 di 400 milioni di nuove erogazioni».