Tria al Sociale: no manovra bis «Flat Tax si farà. Tav? Dico sì»

Tra gli ospiti più attesi della giornata inaugurale del 14° Festival dell’Economia di Trento, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, accolto dal governatore Maurizio Fugatti, non si è sottratto alle questioni più spinose e di più stretta attualità, a cominciare dalla sostenibilità dei conti pubblici e dai rapporti con la Commissione Europea.



Al Teatro Sociale, Tria ha dialogato con Olivier Blanchard e Ferdinando Giugliano.

Ecco cosa ha risposto Tria:

La riposta alla lettera Ue sul debito «è diretta a spiegare alla commissione europea cosa è accaduto e a dare spiegazioni su quello che ci hanno chiesto nella lettera» per evitare di arrivare alla richiesta di una manovra correttiva: «Le manovre correttive non servono».

«Non ce n’è bisogno». Ha risposto successivamente Tria. «Le cose - ha sottolineato - stanno andando per il verso giusto quindi non ce ne sarà bisogno».

«Siamo tutti d’accordo su come condurre le finanze pubbliche» rispettando le regole europee. Di flat tax, dice Tria, «non abbiamo parlato, non in particolare: abbiamo parlato dei problemi dell’economia italiana e di come rilanciare la crescita e i problemi che abbiamo di fronte e quali sono le ultime proiezioni che rimanda l’economia italiana».

«Noi prevediamo che l’obiettivo di deficit 2019» possa essere «anche inferiore a quello scritto come previsione nell’ultimo Def, senza alcuna manovra», cioè il 2,4%.

«Io sono meno ottimista di Matteo Salvini sul cambiamento delle regole europee: la vera questione non è sovranisti contro altri, ma politiche europee da cambiare: ci sono 28 Paesi, una parte dei quali vuole evitare qualunque forma di integrazione europea. Sono i Paesi del Nord, i veri sovranisti, che causano una paralisi decisionale. Quindi cambiare le regole è fondamentale».

«Da un anno stiamo parlando di budget dell’Eurozona - ha spiegato - di 17 miliardi per 7 anni per 19 Paesi, stiamo parlando di niente. Il problema dell’Italia è un meccanismo bloccato, non i sovranisti, e va superato per il bene dell’Europa».

«A noi interessa avere un italiano nel board della Bce ma questo non significa condizionare le nostre preferenze. L’importante è avere un buon presidente, almeno altrettanto buono come Draghi».
«Ci sono vari candidati di vari Paesi e vanno esaminati tutti quanti, le loro caratteristiche, come la pensano, le loro competenze. Dire tedesco, francese o finlandese è fuorviante».



«Il problema dell’Italia è non spaventare gli investitori: in un momento di forte rallentamento non siamo in condizioni di far aumentare il debito ma non possiamo» nemmeno «andare in modo accelerato a riduzione del debito» perché non darebbe «maggiore fiducia agli investitori che devono» anche «vedere prospettive di crescita».

«Sono sempre stato d’accordo», ha detto a chi gli faceva notare che il vicepremier Matteo Salvini ha chiesto nuovamente di accelerare sulla realizzazione della Tav.

«La Flat tax è nei programmi del governo ed è chiaro che alla fine si farà, si sta studiando come e quando».

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