Rischio flat tax per il bilancio
I pericoli dell’introduzione della flat tax per i bilanci della Provincia autonoma di Trento sono stati al centro del colloquio tra Maurizio Fugatti e Giovanni Tria. Il ministro dell’Economia è stato ricevuto dal governatore nel palazzo di piazza Dante prima del suo intervento al Teatro Sociale. Seduti su due poltroncine hanno discusso cordialmente per una manciata di minuti. Tria ha mostrato di conoscere la realtà trentina e la sua autonomia e di condividerne contenuti e impostazione.
Il problema della flat tax è che tagliando le imposte farà venir meno anche una buona fetta di quei nove decimi che oggi grazie all’autonomia tornano nelle casse provinciali. A seconda della percentuale impositiva ci potrà essere un ammanco per il bilancio della Provincia di alcune decine di milioni di euro che potrebbero diventare centinaia con una flat tax al 15%.
Fugatti ha fatto presente a Tria il problema, che in tempi di tagli e scarsa crescita economica potrebbe essere decisamente pesante da gestire. Il ministro ha sottolineato che comunque il calo delle tasse è un fattore positivo e che potrà portare benefici all’economia e al mondo produttivo, e fin qui il governatore concorda. Quanto però alla possibilità di introdurre da parte del governo misure compensative per tamponare gli effetti della flat tax sul bilancio della Provincia, Tria non si è sbilanciato. «Non ha detto né si né no - spiega Fugatti - perché tutto dipenderà dai tempi e dai modi di applicazione della legge».
Il ministro ha poi convenuto sulla positività dei processi in atto di concessione di maggiore autonomia ad altre regioni. Non si è parlato invece dell’ipotesi di un aumento e di nuove forme di autonomia fiscale per il Trentino, con attribuzione di competenze ulteriori sul fronte delle entrate. «È un tema da porre solo dopo aver fatto attente valutazioni» spiega Fugatti.
Sull’introduzione della tassa piatta a una o poche aliquote, voluta soprattutto dalla Lega, Tria ha successivamente precisato che «la flat tax è nei programmi del governo ed è chiaro che alla fine si farà, si sta studiando come e quando». Uno dei problemi è il suo finanziamento ed è noto - come ricordato nel dibattito al Teatro sociale - che Tria sarebbe favorevole ad un aumento dell’Iva per finanziare il taglio delle imposte dirette, perché quest’ultimo sarebbe «più favorevole alla crescita». Tuttavia, ricorda il ministro, nel governo c’è «una decisione politica sfavorevole all’aumento».