Imprese: programmate 8.630 assunzioni Ma il 43% non si trova o è inadeguato
A luglio le imprese trentine hanno programmato 8.630 assunzioni di lavoratori, il 5,5% in più dello stesso mese del 2018. In questo periodo tira in particolare il turismo: più di metà delle richieste delle aziende, 4.850, sono nei servizi di alloggio e ristorazione. Ma il 43% della domanda totale, più di 3.700 profili professionali, è di difficile reperimento, una quota record. A giugno era difficile trovare il 32,9% dei lavoratori richiesti. Nel luglio 2018 era il 33,8%. Non si trova il 70% dei 200 operai metalmeccanici cercati dalle aziende, il 71,8% dei 100 addetti del commercio, il 71,4% dei 70 farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita. E anche quasi la metà, il 46,2%, dei 3.560 cuochi, camerieri e operatori del turismo. Il grosso delle carenze è per mancanza di candidati, mentre una quota minore è per competenze inadeguate.
I programmi occupazionali delle imprese sono rilevati ogni mese da Excelsior, la banca dati di Unioncamere aggiornata in collaborazione con l’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro. L’ultimo bollettino riferito alla provincia di Trento prevede 16.520 assunzioni estive, cioè da luglio a settembre, più o meno la stessa cifra dell’analogo periodo del 2018. Delle 8.630 richieste delle imprese a luglio, il 21% sono entrate stabili, cioè con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il 79% sono assunzioni a termine. L’87% delle entrate al lavoro si concentrano nel settore dei servizi: oltre ai 4.850 del turismo, ci sono 930 richieste nel commercio, in aumento su base annua, e 820 nei servizi alla persona, in calo.
La domanda di forza lavoro nell’industria è di 770 persone, in linea con l’anno precedente.
Per quanto riguarda i gruppi professionali, l’11% delle richieste delle imprese, cioè 950 profili, riguarda dirigenti, specialisti e tecnici, una quota, osserva il bollettino, inferiore alla media nazionale che è del 17%. Poi c’è un 58% di impiegati e professioni commerciali e nei servizi, un 13,5% di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine e un 17,5% di lavoratori non qualificati, una quota superiore a quella di un anno fa.
Le imprese che prevedono di assumere sono il 27% del totale. Il 79% delle domande viene da aziende con meno di 50 dipendenti. Il 37% si rivolge a giovani con meno di 30 anni. L’8% delle entrate è destinato a personale laureato, il 23% a lavoratori diplomati, il 46% a chi ha una qualifica o un diploma professionale, per il 23% basta la scuola dell’obbligo.
E veniamo alle difficoltà di reperimento. Per il 29,9% delle entrate previste, cioè per più di 2.500 posti di lavoro, non si trovano candidati, mentre nel 9,9% dei casi i candidati ci sono ma la loro preparazione è inadeguata. Il caso più difficile è quello dei biologi e farmacisti: ne sono richiesti 70 ma più della metà non si trova perché nessuno si offre, mentre la mancanza di preparazione è un motivo residuale. La situazione più rilevante dal punto di vista quantitativo è però quella del turismo. Come denunciato anche dagli operatori, si fa fatica a trovare un bel po’ di lavoratori: per la precisione 1.600 cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici pari al 46% della richiesta totale. Di questa quota, il 31%, cioè 1.100 posti, non si coprono per mancanza di candidati, mentre per l’11,7%, cioè per 400 posizioni, la preparazione dei candidati è inadeguata.
Oltre ai biologi, ci sono difficoltà di reperimento anche per altre figure di specialisti e tecnici. è difficile trovare il 65% dei 30 informatici, fisici e chimici richiesti dalle imprese, il 68% dei 30 progettisti e ingegneri, il 66% dei 130 formatori e insegnanti, più della metà dei 210 tecnici delle vendite e del marketing e dei 210 tecnici della produzione.
Manca anche il 73% dei 200 operai metalmeccanici e elettromeccanici di cui è programmata l’assunzione. Il fatto che metà di questa carenza sia dovuta a preparazione inadeguata indica che il metalmeccanico ormai è un tecnico qualificato più che un operaio. Ci sono però carenze pari al 71% anche per le 100 richieste di personale non qualificato del terziario e manca il 47% dei 1.230 lavoratori delle pulizie di cui si prevede l’assunzione.