Anche in Trentino la norma Airbnb Obbligatorio il codice identificativo
Arriva la norma Airbnb anche per il Trentino. Nella finanziaria provinciale, infatti, dovrebbe trovare spazio anche il provvedimento che obbliga, salvo sanzioni di alcune centinaia di euro, tutti coloro che intendono affittare un appartamento a fini turistici a iscriversi a un portale per ricevere un codice identificativo.
Una misura che serve per certificare il fenomeno degli affitti turistici, consentire l’applicazione delle norme in materia (a partire da quella sull’imposta di soggiorno da versare) e per evitare che non ci siano le comunicazioni di rito rispetto alla presenza degli ospiti in appartamento.
In vista della novità verrà realizzato un portale sul quale i proprietari, anche se poi affideranno l’appartamento alle piattaforme per l’affitto turistico (la più nota è Airbnb), inseriranno i dati dell’appartamento e otterranno un codice identificativo che useranno poi per gli annunci.
Il sistema è già stato adottato in Lombardia e Veneto. Il Trentino, assieme alle due altre Regioni del Nord a guida leghista, sarà tra le prime ad applicare il sistema di identificazione digitale di tutti gli appartamenti che verranno affittati turisticamente.
Sotto il profilo statistico, si tratta anche di portare alla luce e di poter certificare arrivi e presenze che oggi sono ancora incerte dal punto di vista del loro numero ufficiale. Si tratta di cifre importanti, visto che si stima che i turisti che pernottano nelle seconde case in complesso rappresentino una quota pari a circa il 40% del totale.
Ma per il turismo la finanziaria provinciale porterà in dote altre novità.
La prima riguarda il fatto che Trentino Marketing avrà un consiglio di amministrazione e non più, come oggi, un solo amministratore unico.
La seconda riguarda i vecchi alberghi dismessi, per i quali la manovra prevederà la possibilità di cambiare la destinazione d’uso per poterli riutilizzare non come alberghi, ma con un’altra funzione rispetto a quella precedentemente avuta. Un modo per ridare vita a fantasmi immobiliari che oggi rappresentano un pugno in un occhio per il paesaggio e uno spreco in termini di volumi realizzati ma non utilizzati.