Via libera dai soci della Rurale di Trento
Dopo Lavis, peraltro con annesse roventi polemiche, anche Trento ha detto sì. Ieri sera, l’assemblea dei soci della Cassa rurale di Trento riunita al Bmml Group Arenal Group Arena, ha approvato a larghissima maggioranza il progetto di fusione per incorporazione con la Cassa Lavis-Mezzocorona- Valle di Cembra. Il nuovo istituto di chiamerà “Cassa di Trento”.
Erano 2.720 i soci fisicamente presenti, che con 715 deleghe sommano a 3.435 voti totali. Solo 61 contrari, 7 astenuti.
“Lo facciamo adesso perché dobbiamo anticipare i tempi, ma – ha assicurato il presidente Giorgio Fracalossi - i modelli organizzativi evolvono, i valori rimangono”.
Il processo di aggregazione delle Casse Rurali Trentine va avanti da più di trent’anni (è del 1993 la fusione tra le Casse di Povo e Vigo Cortesano, e del 1988 l’unione tra Segonzano e Sover), anche se in epoca recente ha subito una forte accelerazione.
“La fusione di due banche sane – ha proseguito Fracalossi - può portare ulteriori risorse per affrontare nuovi investimenti, che andranno tutti a servizio delle esigenze di soci e clientela.
L’obiettivo della fusione è quello di costruire una nuova Cassa Rurale ancora più solida, efficiente e competitiva, oltre che di valorizzare la relazione commerciale, la trasparenza e la fiducia. Saranno possibili economie di scala per garantire adeguato sostegno finanziario alle economie locali. Una banca più grande potrà continuare a sostenere lo sviluppo del tessuto economico locale, promuovere la crescita, consolidare il legame con il territorio ed intensificare i vantaggi per la base sociale. Con Cassa Centrale Banca siamo un grande gruppo con una presenza capillare in tutta Italia, con banche locali ben radicate nei diversi territori”.
I numeri della nuova Cassa Rurale
Il territorio beneficerà dalle due Casse unite di oltre 3 milioni di euro tra solidarietà, cultura, sport e iniziative a favore dei soci.
I dati principali delle due realtà bancarie unite sono stati illustrati dal direttore generale Giorgio Bagozzi.
“La nuova Cassa – ha affermato Bagozzi - si posizionerà in ‘Classe 1’, la migliore, nella classifica di valutazione dei rischi.
“La nuova banca avrà 3 miliardi di mezzi amministrati, 1,7 di impieghi, 384 dipendenti, 45 filiali e oltre 25mila soci. Sarà la seconda per dimensione nel gruppo Ccb”.
Unendo le due Casse, risulta (dati 2018) una raccolta complessiva di oltre 3,5 miliardi (con previsione di crescita a 3,7 nel 2022), 1,7 miliardi di prestiti (con proiezione di prudente crescita a 1,76 miliardi nel 2022), quasi 7 milioni di utile. Nel 2022 il piano industriale prevede un utile di 11,5 milioni di euro.
I crediti deteriorati alla fine di quest’anno scenderanno sotto i 100 milioni, in drastico calo dell’80% sul 2015. Nel 2022 saranno 86.
Una Cassa solida. La banca unita avrà un patrimonio di 233 milioni, che salirà a 244 nel 2022. Total capital ratio a 16,12%, con previsione nel 2022 di crescita al 18,86% (la soglia minima prevista dalla Bce è dell’11%).
Il cda sarà composto a regime da 9 amministratori tra cui il presidente eletto dall’assemblea dei soci
La nuova Cassa di Trento inizierà l’operatività il primo gennaio del prossimo anno.
In via transitoria fino all’assemblea del 2023, il consiglio sarà composto da 13 membri, di cui 4 saranno riservati al territorio della attuale Cassa di Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra. Anche il collegio sindacale sarà temporaneamente (per il primo anno) allargato a 5 membri, di cui 2 espressione della Cassa di Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.