Fase 2: da lunedì in Trentino tornano al lavoro in 30mila In Italia 4,4 milioni
Scatta lunedì 4 maggio la fase 2 per 4,4 milioni di lavoratori in tutta Italia, 30mila in Trentino. Secondo il rapporto appena reso noto dai consulenti del lavoro, torna in fabbrica e in ufficio il 62,3% dei lavoratori sospesi in Trentino Alto Adige, praticamente la stessa percentuale media nazionale (62,2%)
In tutto il Paese 2,7 milioni di dipendenti resteranno ancora a casa. Da noi sono circa 50 mila, tra dipendenti stabili, precari e stagionali, i lavoratori e le lavoratrici che sono a casa. Ancora per un po' dovranno andare avanti con la cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali. Sempre che non arrivino con troppo ritardo.
La ripresa, però, non è esente da paradossi: in attività torneranno, infatti, soprattutto gli over 50, rispetto ai giovani, in prevalenza nel Nord Italia, area più esposta al contagio da Covid-19. Lo rilevano i consulenti del lavoro.
Nel dettaglio, su 100 addetti fermi nella nostra Penisola per effetto dei provvedimenti governativi di sospensione delle attività a causa del Coronavirus, il 62,2% andrà nuovamente a svolgere la propria occupazione, da dopodomani. E, di questi, 3,3 milioni sono uomini (il 74,8% del totale), e 1,1 milioni donne (25,2%). La fase 2, scrivono i consulenti del lavoro, interesserà principalmente i dipendenti dell'industria, dove l'attività potrà tornare a pieno regime (col 100% dei settori riaperti), e su 100 addetti che riprenderanno le redini del proprio impiego il 60,7% opera nel settore manifatturiero, il 15,1% nelle costruzioni, il 12,7% nel commercio e l'11,4% in altre attività di servizio.
La fase 2 presenta "un quadro non coerente rispetto alla diffusione della pandemia", a giudizio dei consulenti del lavoro: dal 4 maggio, infatti, la ripresa delle attività produttive "si concentrerà proprio nelle aree più interessate dal Coronavirus", perché a fronte di 2,8 milioni di occupati nel Settentrione, "saranno 812.000 al Centro e 822.000 nel Mezzogiorno" a ricominciare a svolgere le proprie mansioni. Tra le regioni interessate, si legge nello studio dei professionisti, "Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Marche, dove il tasso di rientro oscilla intorno al 69%". Differenti le percentuali nelle altre zone del Paese, ossia "in Valle d'Aosta (49,3%), Lazio (46,7%), Sicilia (43,4%), Calabria (42,5%) e Sardegna (39,2%)": qui, recita il dossier, la fase 2 coinvolgerà meno di un lavoratore su due tra quelli sospesi per effetto dei decreti del governo.