Aiuti ai lavoratori in somministrazione I sindacati scendono in piazza a Trento
In tutto il Trentino, secondo l'Inps, sono 8.500, con un'impennata del 45% negli ultimi anni: nel 2015 erano 5.800.
Lavorano in media un centinaio di giorni l'anno, 105 nel 2018, ultimo dato disponibile. Hanno una retribuzione media annua lorda che non raggiunge gli 8.000 euro, cioè 72 euro lordi al giorno. Sono le lavoratrici e lavoratori somministrati, quelli che prima si chiamavano interinali: dipendenti, con regolare contratto, di agenzie private di somministrazione che li mettono a disposizione delle aziende che li richiedono.
Come tanti altri lavoratori precari e stagionali, sono stati duramente colpiti dalla crisi Covid. Secondo l'Agenzia del Lavoro, nel primo semestre di quest'anno le chiamate di lavoro somministrato sono state poco più di 4.000, crollate del 32% rispetto allo stesso periodo del 2019. E molti assunti sono finiti in cassa integrazione.
Per loro, come per gli altri lavoratori dipendenti, c'è la possibilità di richiedere l'indennità aggiuntiva provinciale, un sostegno ulteriore al reddito falcidiato dalla crisi pari ad almeno 450 euro per i sei mesi.
Ma i sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, le categorie che tutelano i lavoratori atipici, somministrati, autonomi, lanciano l'allarme: non accada che chi è già escluso perda anche questa opportunità.
Perchè l'opportunità non sfugga ai lavoratori, Nidil, Felsa e Uiltemp organizzano domani mattina, giovedì, dalle 10, un volantinaggio informativo, prima in via Sanseverino, dove hanno sede diverse agenzie di lavoro, e poi al mercato.
Le lavoratrici e i lavoratori somministrati, affermano i sindacati, sono meno tutelati e spesso anche scarsamente informati, perché si spostano da un posto di lavoro ad un altro. A molti può sfuggire che l'integrazione può essere richiesta anche da loro.
Hanno diritto all'indennità integrativa provinciale i lavoratori e le lavoratrici con contratti di somministrazione che, tra gennaio e giugno, hanno accumulato almeno 300 ore di cassa integrazione, ovvero Tis, trattamento integrativo salariale. L'indennità è pari a un minimo di 450 euro per chi ha una retribuzione lorda fino a 2.158,48 euro, cui si aggiungono 1,5 euro ogni ora di sospensione ulteriore alle prime 300. Per esempio, con 520 ore di cassa integrazione, pari a circa 13 settimane o a tre mesi, l'indennità di un tempo pieno è di circa 780 euro.
L'indennità minima è invece di 300 euro per chi ha una retribuzione lorda superiore a 2.158,48 euro, cui si aggiungono 1 euro ogni ora di sospensione oltre le prime 300. In base allo stesso esempio di prima, con 520 ore di cassa, pari a 13 settimane o a tre mesi, l'indennità di un full time è di circa 520 euro. Le somme vengono riparametrate in caso di orario part time.
La domanda va presenta via web sul sito di Agenzia del Lavoro entro il prossimo 31 ottobre. Alla domanda va allegata la certificazione delle ore di sospensione effettuate che deve essere rilasciata dal datore di lavoro.