Perché Dolomiti Energia ha ceduto le centrali bulgare, dall'affare di potenziali 110 milioni, alla cessione delle quote per 5
TRENTO - Addio alle centrali bulgare per Dolomiti Energia. La società trentina attiva nel campo della produzione di energie rinnovabili ha infatti ceduto, assieme agli altri soci, tutte le quote detenute nella Pvb Power Bulgaria Ad.
Il 100% della società è stato valutato 48 milioni di euro. A questi vanno tolti una ventina circa di milioni di debito residuo. A Dolomiti Energia, che ne possedeva il 23% circa, dovrebbero quindi arrivare circa 5 milioni di euro.
Ad acquistare è stato il gruppo Akuo, fondato da ex manager di Edf che operavano in Bulgaria per conto del colosso francese dell'energia. Gli altri soci che hanno venduto le quote sono la sudtirolese Alperia spa, anch'essa proprietaria di un 23% del capitale, Finest spa la cui quota si avvicina al 12% oltre al quarto socio che possiede il 42,08% della Pvb Power Bulgaria Ad, ovvero il gruppo di imprenditori bergamaschi che aveva acquisito dal fallimento il 100% di Pvb Power. Pvb Power che aveva in pancia anche la quota di Pvb Power Bulgaria Ad.
La cessione si è perfezionata lo scorso venerdì 5 marzo, e per la parte relativa a De, Alperia e Finest ha riguarrdato appunto la vendita delle quote da loro detenute (pari complessivamente al 57,92%) nel capitale sociale di PVB Power Bulgaria Ad, società che - tramite la controllata Vez Svoghe Ad - detiene cinque impianti idroelettrici in Bulgaria con potenza nominale di 15 MW. La cessione ha coinvolto anche il quarto socio detentrice del rimanente 42,08% del capitale sociale di PVB Power Bulgaria Ad. Il 100% delle quote è stata valutata circa 48 milioni di euro.
Wolfram Sparber, a nome del Consiglio di Sorveglianza di PVB Power Bulgaria Ad spiega: «Sono molto contento che questa operazione, avvenuta a seguito di un percorso iniziato ancora nel lontano 2019, si sia ora conclusa in maniera positiva con soddisfazione delle parti coinvolte». L'operazione è stata supportata, per gli aspetti legali, dallo Studio Gianni & Origoni nonché, a livello locale bulgaro, dallo studio TBK, e, per gli aspetti finanziari, da Equita e da Unicredit.La vicenda delle centrali bulgare prende avvio all'inizio degli anni 2000 con l'iniziativa dell'allora gruppo Petrolvilla&Bortolotti. Che sviluppano un progetto per investire in Bulgaria e realizzare nove centraline idroelettriche sul fiume Iskar. A sostenere il progetto, già nel 2007, si mobilita la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo che preannuncia un prestito di 75 milioni di euro rispetto a un piano di sviluppo iniziale che aveva un volume di oltre 110 milioni di euro.
Tre anni dopo, nel 2010, nel capitale della Pvb Power Bulgaria AD entra Dolomiti Energia, mentre già qualche anno prima c'era stato l'ingresso della sudtirolese Alperia Ag. Nel business idroelettrico bulgaro sono entrati quindi durante gli anni Dolomiti Energia, col 23,13% di Pvb Power Bulgaria, Ae Bolzano, oggi Alperia, con un altro 23,13% e Finest, la finanziaria a controllo pubblico, partecipata anche dalla Provincia di Trento, finalizzata al sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese con l'11,66%.
Nel 2014 vengono tra l'altro definiti patti parasociali per cui Dolomiti Energia e Alperia governano le società bulgare avendo il 50,01% del potere di voto.
Poi Petrolvilla entra in procedura concorsuale e esce quindi dalla compagine bulgara. Ora la cessione della società bulgara ad Akuo, alla quale dovrebbero arrivare a breve risorse ulteriori dalla Bers.
Secondo il giornale bulgaro Kapital, la Bers ha promesso di finanziare il nuovo progetto di espansione nelle energie rinnovabili con 17,5 milioni di euro. Le risorse serviranno a rifinanziare il prestito già concesso dalla stessa Bers alla Vez Svoghe, la società ceduta assieme alla controllante Pvb Power Bulgaria Ad, a sviluppare ulteriori progetti nelle energie green e a espandere le attività di Akuo in Bulgaria.