Condizioni di lavoro dei corrieri Amazon: la politica trentina si muove
Una rappresentanza dei lavoratori ha incontrato alcuni consiglieri per denunciare il degrado delle condizioni in cui si opera e il cattivo stato dei furgoni messi a disposizione. Degasperi (Onda civica) presenta un'interrogazione: la giunta solleciti un intervento delle autorità ispettive
TRENTO. Una rappresentanza dei corrieri operanti in Trentino per il colosso Amazon, ma dipendenti di Inbox srl, ha incontrato ieri i consiglieri provinciale di Trento, tratteggiando una condizione lavorativa e sindacale definita dagli stessi consiglieri come "inaccettabile".
A quanto riporta una nota, i corrieri hanno parlato di ritmi di consegna, del controllo continuo degli spostamenti tramite gps, turnistica di lavoro, efficienza dei furgoni utilizzati, sorveglianza sanitaria, stress fisico e psichico e delle modalità di applicazione delle sanzioni disciplinari.
I lavoratori, accompagnati da Fulvio Flammini del sindacato di base multicategoriale (Sbm), rappresentavano circa un'ottantina di corrieri. Il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder si è preso il tempo per le necessarie verifiche di quanto riferito da Flammini e lavoratori, cui seguirà la segnalazione al governo provinciale.
I consiglieri Sara Ferrari (Pd) e Lucia Coppola (verdi) si sono dette scioccate dalla testimonianza, mentre Filippo Degasperi (Onda civica) e Mara Dalzocchio (Lega Salvini) hanno auspicato l'intervento dell'ispettorato del lavoro.
Degasperi oggi ha depositato anche un'interrogazione sul tema e precisa di aver già proceduto con la segnalazione all'ispettorato.
"Le condizioni in cui sono costretti i drivers che abbiamo incontrato - dice all'Adige - sono il frutto di decenni di assalti bipartisan (direi tripartisan visto il mancato rispetto degli impegni elettorali anche dal m5s) ai diritti e alle tutele del lavoro. Molte le lacrime di coccodrillo versate da chi rappresenta i partiti che hanno sistematicamente smantellato le garanzie dei lavoratori".
Nell'interrogazione, il consigliere di Onda civica riferisce quanto riportato ieri dai sindacalisti nel corso dell'audizione e si sofferma, fra l'altro, sullo stato dei mezzi utilizzati.
"Mezzi che - scrive Degasperi - costituirebbero – è sempre Sbm ad affermarlo – grave pericolo alla sicurezza e alla circolazione stradale, con costante rischio sia per la salute e la vita dei drivers, sia per gli altri utenti della strada. Anche perché è noto che gli addetti alle consegne Amazon devono correre per effettuare le decine e decine di consegne (anche oltre duecento giornaliere) in tempo reale.
Per l’occasione il sindacalista ha consegnato, nel corso della riunione, numerose foto al presidente del consiglio provinciale, che si riportano di seguito.
Si tratta di veicoli con pneumatici fuori dagli standard di legge, che anche allo sguardo del profano non potrebbero circolare; con specchietti retrovisori rotti o assemblati con nastro adesivo; con parti di carrozzeria che presentano evidenti rotture, riparate con materiale di fortuna".
Degasperi riferisce poi altre gravi criticità denunciate dal sindacato, anche rispetto alle norme contrattuali da applicare, e chiede al presidente della giunta, Maurizio Fugatti, "se non si ritiene necessario attivare immediatamente e senza preavviso gli interventi ispettivi, sia del servizio ispettivo del lavoro, sia dell’Uopsal; se non si ritiene necessario coordinarsi con il sindaco di Trento per attivare l’intervento del corpo di polizia locale, ovvero con gli ispettori della motorizzazione civile per verificare l’idoneità dei mezzi di trasporto impiegati".
Per Paolo Zanella di Futura siamo di fronte a un apparente degrado che se confermato trasformerebbe una questione giuslavoristica in caso attinente più in generale ai diritti umani.
Vanessa Masè (La Civica) ha chiesto una serie di importanti ragguagli che hanno dettagliato la situazione, mentre Dalzocchio ha osservato che le multinazionali, in generale, tendono a far scontare ai lavoratori i loro enormi margini di guadagno. E ha fatto presente che trattandosi di azienda privata, è l’Ispettorato del lavoro che deve fare i controlli sul caso rappresentanto.