In Trentino mancano di nuovo lavoratori per la raccolta: la pandemia ha aggravato il problema
Diego Coller (Confagricoltura): finora nessuna contromisura ha attirato un numero adeguato di stagionali. Barbacovi (Coldiretti): servono 20 mila operatori, abbiamo ch aperto nuovi canali
TRENTO. Quello dell'agricoltura, un comparto che in Italia vale 31,9 miliardi di euro e dà lavoro a quasi 1 milione di persone, è sin dall'inizio della pandemia uno dei settori che più ne ha subito i danni.
E mentre si avvicina la stagione della raccolta e della vendemmia in molti campi e frutteti, la situazione di difficoltà che vivono oggi molte aziende agricole potrebbe peggiorare ulteriormente.
Questo perché la pandemia, spiega il presidente di Confagricoltura del Trentino Diego Coller, non ha fatto altro che aggravare una situazione già in stato di emergenza.
«Il problema dei lavoratori, siano essi stagionali o meno, si ripresenta ogni anno da tempo.
Sicuramente in questo momento le aziende sono molto preoccupate: i flussi in entrata dei lavoratori stagionali ancora non ci sono, e nessuno può garantire che fra una settimana o due ci saranno» sottolinea Coller.
«Il problema di un numero di lavoratori di anno in anno sempre minore - continua il presidente di Confagricoltura - è semplicemente stato accentuato da una crisi, quella dettata dalla pandemia, che certamente non ci voleva ma che non costituisce il problema sostanziale».
Coller spiega che più volte nel corso degli ultimi anni si sono discussi e collaudati progetti e proposte per fare fronte alla situazione: da una maggiore inclusione della "generazione Z", all'operazione di impiegare e sollecitare i disoccupati e i percettori di ammortizzatori sociali.
«Nessuna proposta ha mai saputo attirare e garantire un numero adeguato di lavoratori» evidenzia.
«Una delle più recenti proposte, ma di difficile discussione ed attuazione, è quella di puntare a una "comunitarizzazione" degli stagionali» spiega Coller.
«Questi ultimi vengono in Italia per un periodo di tempo estremamente limitato: ogni raccolto ha però delle tempistiche differenti. La vendemmia, ad esempio, si porta a termine in un tempo minore rispetto alla raccolta delle mele. L'idea è quella di trattenere per più tempo i lavoratori, impiegandoli in diversi frutteti e per più mansioni», continua Coller.
«Ma sottolineo nuovamente come queste proposte non siano delle risposte ai danni causati dalla pandemia, il green pass può al massimo creare dei rallentamenti e in ogni caso esiste sempre la quarantena attiva, ma a un'emergenza interna al mondo dell'agricoltura. Un'emergenza che affrontiamo oggi, ma che ci sarà anche nei prossimi anni» conclude.
Anche il presidente di Coldiretti Trento Gianluca Barbacovi è intervenuto sulla questione: «Ormai da qualche anno diventa sempre più difficoltoso recuperare lavoratori per la raccolta della frutta e per la vendemmia. Coldiretti come sempre si è mobilitata su tutti i fronti, considerando che necessitiamo di oltre 20mila lavoratori a livello provinciale, una richiesta impossibile da soddisfare solamente con la manodopera autoctona. Abbiamo quindi aperto più canali».
A livello provinciale, spiega Barbacovi, è stato infatti attivato il "Progetto formazione" con la collaborazione dell'Agenzia del lavoro, l'Ebta (ente bilaterale) e l'ente formatore Impresa Verde, che prevede la formazione teorica e pratica dei lavoratori in azienda.
Ed è stata inoltre creata la lista "Il settore agricolo assume" per la ricerca di candidati sul territorio, sempre in collaborazione con Ebta.
«Per quanto riguarda i lavoratori extracomunitari (per i comunitari il problema non si pone) - continua Barbacovi - il "Decreto flussi" ancora non è stato pubblicato, e ad oggi risulta difficile ipotizzare l'ottenimento delle autorizzazioni per il periodo della raccolta.
Imminente invece la proroga al 31 dicembre dei permessi di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti sul territorio italiano che erano scaduti il 31 luglio: siamo in attesa del decreto nazionale».
Sottolinea come pensare e agire in prospettiva sia più che mai fondamentale per una corretta gestione delle risorse umane presenti sul territorio, per incentivare l'economia locale garantendo nel contempo continuità gestionale delle imprese.
«Fondamentale in tal senso - conclude Barbacovi - rimane il ruolo dell'Ente bilaterale in Agricoltura che deve poter interagire con l'Agenzia del Lavoro per attivare concretamente l'attività d'incontro tra i candidati e le imprese richiedenti».