Pensioni, il governo svuota opzione donna: resterà solo per poche lavoratrici
Il primo governo a guida femminile restringe la possibilità di uscita anticipata limitandola alle persone più svantaggiate e con un'innalzamento dell'età a sessant'anni (che può scendere in base al numero di figli)
TRENTO. Opzione donna viene prorogata di un anno, ma non sarà più per tutte: anzi, sarà solo per poche lavoratrici.
La forte stretta del primo governo guidato da una donna, Giorgia Meloni, arriva con l'ultima bozza della manovra che restringe la misura a quelle più svantaggiate, con un'innalzamento dell'età a 60 anni, che può essere ridotta in base al numero di figli.
E mentre la legge di bilancio è ancora attesa in Parlamento, comincia a delinearsi lo spaccato delle coperture, con le risorse più consistenti in arrivo dal restyling degli extraprofitti, ma anche da risparmi sulle pensioni. E proprio sulle coperture sollevano dubbi le opposizioni, che paventano nuovi tagli e aumenti delle tasse.
L'ultima bozza della manovra, 156 articoli suddivisi in 16 capitoli, molto più ricca delle precedenti (con relazioni illustrativa e tecnica), ma ancora non definitiva, contiene la discussa norma su Opzione donna.
Dopo l'iniziale modifica, che legava l'età al numero dei figli e la successiva frenata con l'ipotesi di tornare alla versione originale, ora compare in una versione molto riduttiva rispetto al sistema attuale (pensione anticipata con almeno 35 anni di contributi a a 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome).
L'anticipo pensionistico resta ma selezionando le beneficiarie a tre categorie di donne: caregiver, cioè che assistono coniuge o parente con handicap; con invalidità civile superiore o uguale al 74%; licenziate o dipendenti di imprese con aperto un tavolo di crisi.
A questo si aggiunge l'innalzamento dell'età d'uscita a 60 anni, che viene legata al numero dei figli: può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino al massimo di due (solo per le licenziate o dipendenti da aziende in crisi la riduzione a 58 anni è a prescindere dai figli).
Un doppio paletto che limita così la platea a 2.900 uscite nel 2023 per una spesa di 20,8 milioni (contro i 110 dell'attuale versione).
Dai dettagli sulle coperture emergono inoltre cospicui risparmi dai tagli sulle rivalutazioni delle pensioni. Il meccanismo per fasce' garantirà nel 2023 2,1 miliardi di risparmi al netto degli effetti fiscali. Un taglio molto ampio, rispetto a quella che è in realtà la spesa (poco meno di un miliardo) per le misure previdenziali previste in manovra: tra incremento delle pensioni minime (210 milioni), Quota 103 (571 milioni), proroga dell'Ape social (134 milioni), 'bonus Maroni' (13,8 milioni) e Opzione donna.