Economia / La manovra

La scure del governo sulle pensioni, Cgil all'attacco: "Meloni le usa per fare cassa, sarà sciopero generale"

"Il governo disattende tutte le promesse elettorali fatte, anche sulle pensioni: non c'è niente per i giovani, c'è un netto peggioramento per le donne. E si penalizza chi ha un percorso di lavoro più fragile: i manager andranno prima in pensione rispetto a chi lavora nelle ditte di pulizia e viene meno l'impegno a superare la legge Fornero"

ROMA. "Il governo disattende tutte le promesse elettorali fatte, anche sulle pensioni: non c'è niente per i giovani, c'è un netto peggioramento per le donne. E si penalizza chi ha un percorso di lavoro più fragile: i manager andranno prima in pensione rispetto a chi lavora nelle ditte di pulizia in virtù dell'aumento della soglia sulla pensione sociale, passata a 3,3 volte. Si fa cassa sulle pensioni e viene meno l'impegno di superare la legge Fornero".

Così la segretaria confederale Cgil con la delega sulle pensioni, Lara Ghiglione: "Questa è una delle principali ragioni che ci porterà allo sciopero generale delle prossime settimane".

Dure anche le reazioni dell'opposizione parlamentare. Leonardo Donno, deputato M5S componente della commissione Bilancio, tuona: "Tra tagli e tasse la seconda manovra del governo sta rivelando le vere intenzioni di una maggioranza incapace di dare risposte al Paese. È ormai chiaro che i partiti di centrodestra, votati all'austerità e alla crescita dello 'zero virgola', stanno cancellando ogni speranza di ripresa e sviluppo. Dalla bozza emerge infatti uno scenario preoccupante che rivela le tante promesse tradite. Come la cancellazione della legge Fornero, su cui si contano nel corso degli anni innumerevoli slogan della Lega con tanto di magliette firmate 'Stop Fornero'. Il risultato? Dopo i roboanti annunci si è passati a una triste stretta sulle pensioni".

"E ancora - continua il deputato - non ci sono misure per limitare i rincari dei carburanti causati dalla stessa destra, niente per il carovita e per alleviare il peso di un'inflazione fuori controllo. Zero provvedimenti per aiutare i cittadini schiacciati dai rialzi dei mutui, un taglio di 600 milioni l'anno per Comuni e Regioni, poche risorse per la sanità. Ma soprattutto un elenco di tasse sulla natalità, sulla casa, sugli immobili del Superbonus. Insomma, un esecutivo che non ha alcuna intenzione di pensare ai cittadini alle prese con tante difficoltà. Problemi che sono sotto gli occhi di tutti ma fuori dall'attenzione di chi dovrebbe governare un Paese", conclude il pentastellato.

Giovanni Paglia, responsabile economia di Sinistra Italiana, ed esponente dell'Alleanza Verdi Sinistra, commenta: "Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e aumento delle tasse per banche e colossi dell'energia. Succede in Spagna, nel giorno in cui il governo italiano allontana la pensione per milioni di persone e UniCredit con oltre 6 miliardi di utili annuncia quanto pagherà per la tassa meloniana: zero. Ecco sinistra e destra spiegate bene".

LA SCURE SULLE PENSIONI

Andare in pensione anticipata, dunque, sarà più difficile. La stretta sulle pensioni decisa dal governo con la manovra 2024 allunga i tempi per l'uscita dal mondo del lavoro. Rimane una certa diversificazione a seconda delle categorie dei lavoratori, ma i requisiti sono sempre più stringenti. Ecco una scheda con le principali novità.

- QUOTA 104 CON PENALIZZAZIONI: si potrà andare in pensione anticipata più tardi, con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi e in più con una riduzione dell'importo relativo alla quota retributiva. Si allungano le finestre per uscire una volta raggiunti i requisiti, da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico.

- STRETTA SULLE PENSIONI ANTICIPATE: dal 2025 potrebbero non bastare più 42 anni e 10 mesi di contributi oltre ai tre mesi di finestra mobile per l'accesso alla pensione anticipata indipendentemente dall'età (41 anni e 10 mesi per le donne. Anticipato dalla fine del 2026 alla fine del 2024 il periodo nel quale non sono previsti adeguamenti alla speranza di vita.

- SALE L'IMPORTO MINIMO PER L'ANTICIPO DELLA PENSIONE: per i lavoratori in regime contributivo sale l'importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell'età di vecchiaia. La soglia, a fronte di almeno 20 anni di contributi versati, sale da 2,8 a 3,3 volte l'assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660.

- RESTA L'APE SOCIALE MA SALGONO I REQUISITI: L'ammortizzatore scatterà a 63 anni e cinque mesi, non più a 63 anni secchi. Stanziati per il prossimo anno 85 milioni, che salgono a 168 milioni nel 2025.

- UN ANNO IN PIU' PER OPZIONE DONNA: La misura è riservata alle lavoratrici con 35 anni di contributi entro il 2023 e 61 anni di età (non più 60), requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. Le categorie interessate restano quelle di disoccupate, caregiver o invalide almeno al 74%.

- RIVALUTAZIONE ASSEGNI, TAGLIO AI PIU' ALTI: Adeguamento pieno all'inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% (dal precedente 85%) per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest'anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese.

- RISCATTO PER I VUOTI CONTRIBUTIVI: Nel 2024 e 2025, i lavoratori in regime contributivo potranno riscattare i vuoti contributivi per un massimo di 5 anni anche non continuativi, adeguandoli ai periodi di lavoro. I versamenti potranno essere effettuati in un'unica soluzione o in massimo 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.

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