Stellantis alza lo stipendio dei manager, mentre è stop per 2000 lavoratori a Mirafiori
Gli azionisti della multinazionale approvano l'aumento del 55% per Carlos Tavares che arriva così a 23,5 milioni di euro nel 2023. I sindacati sul piede di guerra: «Lo stipendio annuale del ceo vale il salario di mille lavoratori». Due settimane di cassa integrazione per i dipendenti delle linee della 500 elettrica e delle Maserati. Nel frattempo, il Dongfeng Motor Group cinese annuncia i primi colloqui col governo per produrre più di 100 mila auto in Italia
TORINO. Gli azionisti di Stellantis approvano con il 30% dei voti contrari il maxi stipendio dei manager e in particolare del ceo Carlos Tavares, nello stesso giorno in cui l'azienda comunica lo stop completo per due settimane della produzione a Mirafiori per oltre 2.000 lavoratori delle linee della 500 elettrica e delle Maserati.
É anche il giorno in cui Dongfeng Motor Group, uno dei principali gruppi cinesi dell'auto, annuncia a Milano che sta conducendo i primi colloqui con il governo per produrre più di 100mila auto in Italia. Qian Xie, a capo del business europeo del gruppo che detiene ancora una quota dell'1,5% in Stellantis, spiega che la presenza in Italia permetterebbe di «distribuire meglio in tutti gli altri Paesi dell'area».
È una tendenza ormai ultradecennale quella degli aumenti dei compensi ai top manager in molte grandi aziende globali, con la forbice che si allarga a dismisura nel confronto con gli stipendi dei lavoratori.
«Possiamo essere orgogliosi di cioò che abbiamo raggiunto dalla nascita di Stellantis solo tre anni fa, c'è sempre qualcosa in più da fare. E abbiamo la passione, la mentalità e l'energia positiva per fare ancora meglio per la società in cui operiamo», dice il presidente John Elkann all'assemblea, riunita ad Amsterdam e trasmessa in streaming sul sito web della società. Mentre il ministro Adolfo Urso ribadisce il suo giudizio positivo sulla decisione di Stellantis di cambiare nome alla nuova Alfa Romeo Milano in Junior: «Un segnale di piena collaborazione tra l'azienda e l'Italia», dagli azionisti arriva il via libera alla distribuzione di un dividendo di 4,7 miliardi di euro sulle azioni ordinarie, ma anche al compenso di Tavares, che nel 2023 ha guadagnato 13,5 milioni di euro, oltre a un bonus di 10 milioni legato agli obiettivi del gruppo. Complessivamente quindi la remunerazione del manager è di 23,5 milioni di euro a fronte dei 14,9 del 2022, con un incremento che supera il 55%.
Elkann ha ricevuto, invece, 4,8 milioni, uno in meno del 2022: una paga base di 924.404, fringe benefit del valore di 684.230 euro e 3,2 milioni di incentivi variabili. Nel 2022 il compenso di Tavares suscitò le ire del presidente, Emmanuel Macron, che bollò come ''scioccante ed eccessivo'' l'ammontare ''astronomico'' della sua retribuzione. Stellantis fa invece notare che questi compensi sono in linea con quelli di multinazionali.
Ora sul piede di guerra ci sono i sindacati italiani anche per la concomitanza con la nuova cassa integrazione a Mirafiori. «La priorità sono gli investimenti negli stabilimenti, non i compensi. É anche così che si pratica la responsabilità sociale verso i lavoratori e il Paese», commenta il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano.
Sul tema dell'aumento esponenziale del divario nella retribuzione tra manager e lavoratori interviene Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità: «Lo stipendio annuale di Carlos Tavares vale il salario di mille lavoratori di Mirafiori».
Sono le lavoratrici e i lavoratori - afferma- «che continuano a pagare le conseguenze di scelte sbagliate e di assenza di politiche industriali». «Allo sciopero unitario dell'automotive a Torino - aggiunge - non sono arrivate risposte da parte di Stellantis e del governo. É necessario il rilancio di tutti gli stabilimenti attraverso nuove missioni produttive, investimenti nella ricerca e sviluppo e garanzie per l'occupazione, anche per le aziende della componentistica. É sempre più urgente l'incontro a Palazzo Chigi con la Presidente Meloni e l'amministratore delegato Tavares per salvare e rilanciare Stellantis e la filiera dell'automotive». Sul fronte del calo della produzione nel paese: «Si usino profitti e stipendi per produrre più auto in Italia» osserva Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte.