Irpef, in media 5.168 euro: trentini meno tartassati dei bolzanini (guadagniamo meno)
Nel 2023 solo Francia, Belgio, Danimarca e l'Austria hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. Se a Parigi la pressione fiscale era al 45,8 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,3 per cento, a Copenaghen al 44,5 per cento e a Vienna al 42,9 per cento. Da noi, invece, ha toccato la soglia del 42,5 per cento
FUGATTI «I trentini guadagnano meno degli altri»
TRENTO. In nome del conosciutissimo scioglilingua che ha per protagonista la nostra città, Trento non poteva che essere al 33° posto tra le province d'Italia per la pressione fiscale sui redditi delle persone fisiche (Irpef). Secondo l'elaborazione dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, a Trento nel 2022, a fronte di un reddito medio dichiarato di 24.730 euro, si sono pagati 5.198 euro di Irpef.
I trentini non possono più di tanto lamentarsi visto che ci sono province come Cagliari che, a fronte di un reddito inferiore (23.503 euro), pagano un'Irpef leggermente superiore (5.355 euro). Secondo le elaborazioni della Confederazione degli Artigiani di Mestre, sono i residenti della Città metropolitana di Milano i contribuenti Irpef più tartassati d'Italia. Nel 2022 hanno versato all'erario un'imposta media sui redditi delle persone fisiche pari a 8.527 euro, a fronte comunque di un reddito di complessivo medio di 32.287 euro. Seguono i soggetti Irpef di Roma con 7.092 (reddito 27.366 euro), di Monza-Brianza con 6.574 (28.190).
Seguono al quarto posto i residenti di Bolzano con 6.472 su 27.224 euro di reddito. I meno "stressati" dall'Irpef sono invece i residenti di Carbonia (Sud Sardegna): nel 2022 l'Irpef media pagata al fisco nella provincia sarda da ogni singolo contribuente è stata pari a 3.338 euro su un reddito di 17.351 euro. Pagano di più (3.471 euro) i residenti di Ragusa, che pure hanno incassi mediamente più bassi (16.705 euro).Il dato medio nazionale, invece, si è attestato sui 5.381 euro su entrate per 23.633 euro.
Dai dati di Cgia emergono poi delle "verità" nascoste: ovvero che in Trentino c'è la percentuale più alta (80 per cento) di contribuenti sul totale che versano un importo Irpef inferiore a quello medio nazionale pari a 5.381 euro. Al contrario nella vicinissima provincia di Bolzano c'è la percentuale più bassa (attorno al 60 per cento).
Cosa significa? Presto detto: che in Trentino - oltre ad esserci un livello medio di retribuzione decisamente più basso rispetto all'Alto Adige (24.730 euro contro 27.224) - esiste un forte squilibrio tra redditi alti e redditi bassi: lo dimostra il fatto che l'80 per cento paga un'Irpef più bassa della media nazionale.Il confronto tra Trento e Bolzano dice che, a fronte di un numero di contribuenti pressoché simile (437mila contro 440 mila), i lavoratori - tra dipendenti e autonomi - in Alto Adige sono 24 mila in più che in Trentino. Dove, invece, ci sono più pensionati: 143.050 contro 130.724.
Ampliando lo sguardo sull'intero continente risulta che, nonostante il peso delle tasse negli ultimi anni sia in calo, gli italiani continuano ad avere un livello di pressione fiscale tra i più elevati tra i Paesi membri dell'Unione europea.
Nel 2023, infatti, solo Francia, Belgio, Danimarca e l'Austria hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. Se a Parigi la pressione fiscale era al 45,8 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,3 per cento, a Copenaghen al 44,5 per cento e a Vienna al 42,9 per cento. Da noi, invece, ha toccato la soglia del 42,5 per cento. Tra i 27 dell'UE, l'Italia si è "piazzata" al 5° posto. La Germania, invece, si è posizionata al 10° con una pressione fiscale del 40,6 per cento e la Spagna al 13° con il 37,8 per cento. La media dei Paesi europei è stata del 40,3 per cento; 2,2 punti in meno della media italiana.