50 lavoratori sfruttati e ricattati dai caporali, 6 denunciati
(ANSA) - FERMO, 19 NOV - Cinquanta lavoratori di un'azienda del settore alimentare nel Fermano erano di fatto ridotti in schiavitù, sfruttati e ricattati dai caporali. Lo hanno scoperto i finanzieri del Comando provinciale di Fermo con l'indagine denominata "Tempi supplementari": per l'accusa di estorsione e intermediazione illecita di manodopera sono state segnalate sei persone, cinesi e italiane, all'autorità giudiziaria e sono stati sequestrati 1,7 milioni di euro dai conti bancari. I lavoratori, di origine cinese e bengalese, erano contrattualizzati per un massimo di 16 ore settimanali ma costretti a lavorare per almeno 12 ore al giorno, con un unico giorno di riposo e senza possibilità di fruire di giorni di ferie o di assentarsi per qualsiasi motivo, compresa la malattia; nessun compenso per ore di straordinario effettuate, e 30 minuti di pausa pranzo e l'accesso ai servizi igienici per un massimo di cinque minuti alla volta e non troppe volte al giorno o il caporale decurtava un'ora di lavoro. L'indagine, coordinate dalla Procura di Fermo, ha svelato un sistema ben collaudato di sfruttamento, perdurato nel tempo; è scaturita dalla denuncia di un ex dipendente, di origine straniera, licenziato per essersi recato al pronto soccorso dopo un grave infortunio sul lavoro: è emerso lo stato di sfruttamento in cui versava l'intera forza lavoro nello stabilimento. Per il primo mese gli assunti ricevevano il 50% del compenso; formalmente percepivano tredicesima e quattordicesima ma, per mantenere il posto di lavoro, essenziale per il rinnovo del permesso di soggiorno, dovevano restituire tutto al datore di lavoro. (ANSA).