Edoardo Leo, il mio Otello su una mascolinità tossica
(ANSA) - LOCARNO, 06 AGO - Un'ambientazione a inizio anni '2000 in una banda criminale del litorale laziale, guidata in loco da un Otello romano di origini magrebine (Jawad Moraqib) chiamato da tutti 'negro' (parola che nei sottotitoli inglesi alla proiezione per la stampa, appariva 'censurata' con gli asterischi, ndr) che sposa in moschea Desdemona (Ambrosia Caldarelli). Al posto del fazzoletto c'è un hijab. Sono fra gli elementi della rilettura firmata da Edoardo Leo (che nel film è Iago) in Non Sono Quello Che Sono - The Tragedy Of Othello Di William Shakespeare, con Antonia Truppo, Matteo Olivetti, Michael Schermi e Vittorio Viviani al debutto in Piazza Grande al Locarno Film Festival, per un arrivo in sala nella stagione con Vision Distribution. Il film, prodotto da Groenlandia, Italian International Film e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video "è un progetto a cui pensavo da più di un decennio, volevo fosse il mio esordio alla regia ma era troppo complesso e fortunatamente non l'ho fatto allora - spiega Leo in conferenza stampa -. L'idea era nata dalla mia lettura di un fatto di cronaca, un ragazzo che aveva ucciso la fidanzata e poi si era suicidato, praticamente la sinossi dell'Otello. Volevo riportarlo all'essere una tragedia molto popolare, ambientandola ai giorni nostri ma non ho toccato il testo che semplicemente, per un impatto più immediato, è stato tradotto in romano e in napoletano". Per Leo "è importante rileggerlo, perché da quando questa tragedia è stata scritta, nel 1603, il rapporto tossico con un certo maschilismo non è cambiato in niente e quella storia è sempre più drammaticamente contemporanea". Rispetto alla scelta del protagonista, c'è un tema scivolosissimo - aggiunge -. Ad interpretarlo in passato sono stati quasi sempre bianchi dipinti di un nero profondo, sulla base di traduzioni figlie del loro tempo, e dell'esigenza di doversi mascherare. Mentre nell'opera originale era probabilmente più inteso come un nordafricano" per questo Leo ha scelto Jawad Moraqib. Inoltre dal testo "ho voluto togliere quegli elementi di empatia nei confronti di Otello" sottolinea. (ANSA).