Farrell, sono il malvagio di Gotham in The Penguin
(ANSA) - LOS ANGELES, 21 SET - I cattivi di Gotham City vivono giorni di grande celebrità. Joker (Joaquin Phoenix) e Harley Quinn (Lady Gaga) saranno al cinema dal 2 ottobre con un film tutto per sé, 'Joker: Folie a Deux', mentre sul piccolo schermo arriva un'altra - e altrettanto iconica - nemesi di Batman: Oz Cobb, alias The Penguin. È lui, gangster claudicante e senza scrupoli, il protagonista della serie omonima Hbo, che in Italia va in onda da ieri su Sky ed è disponibile in streaming su Now. Colin Farrell torna a vestire i panni di questo malvagio della DC Comics negli otto episodi scritti da Lauren LeFranc e diretti da Craig Zobel e Helen Shaver, dopo averlo interpretato nel blockbuster del 2022 con Robert Pattinson come Uomo Pipistrello. "Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura di 'The Batman', non sapevo se sarei riuscito a fare quel ruolo, non mi ci vedevo", ha raccontato l'attore irlandese in conferenza stampa a Los Angeles. Lo sceneggiatore e regista del film, Matt Reeves, e il truccatore Michael Marino, lo hanno convinto a indossare una tuta per sembrare più corpulento e a trascorrere ore in camerino per trasformarsi nel criminale pingue e brizzolato che si porta addosso quel soprannome per via della sua camminata instabile. I riferimenti citati in preparazione andavano dall'indimenticabile Ratso Rizzo (Dustin Hoffman) di 'Un uomo da marciapiede' a Tony Soprano interpretato da James Gandolfini, passando per Robert De Niro come l'Al Capone degli Intoccabili. "A quanto pare la mia non è un'interpretazione molto originale! - scherza Farrell - Dentro al mio Pinguino ci sono tutti e nessuno in particolare. Ho visto Gli intoccabili due volte, Un uomo da marciapiede quattro volte. Mi sono sforzato di non riguardare I Soprano prima delle riprese, perché mi avrebbe influenzato troppo. Ma come attore, quello che vedi, qualsiasi brano ascolti, tutto ti rimane in un luogo interiore, per uscire filtrato dai personaggi che interpreti". Il re del crimine trasposto sullo schermo da Reeves e Marino si prende ora la scena intera nella serie tv, approfondito e sviscerato in un copione "di 500 pagine, praticamente un'enciclopedia" (ride Farrell), che racconta la sua ascesa al potere nel sottobosco criminale. La trasformazione dell'attore è stata così radicale, che, a fine riprese, alcuni membri della troupe gli hanno confessato che avrebbero voluto incontrarlo per davvero un giorno. "Ero proprio un altro. La distanza tra me e quel personaggio è così profonda per via del trucco, della maschera, della silhouette...perfino i miei occhi, in fondo alla protesi facciale, sembravano di un altro. Era come guardare il mondo in modo diverso". Farrell racconta che quando si è visto la prima volta nei panni del Pinguino, ha fatto un salto all'indietro, "come i gatti che passano davanti a uno specchio. Quel volto che mi fissava non era lo stesso che vedevo da più di 45 anni (48, ndr)". Farrell, che ha portato al cinema personaggi tanto diversi come il protagonista di the Lobster e il boss mafioso di The Gentlemen confessa di essere un insicuro cronico. "Dopo la prima visione di 'Gli spiriti dell'isola' ho chiesto a mia sorella di trovarmi un lavoro. Ero certo che non mi avrebbero fatto recitare mai più". Quella volta, l'Oscar gli è sfuggito (vinto da Brendan Fraser per The Whale). Chissà che non si rifaccia con un Emmy. (ANSA).