Pesticidi senza rischio? Il comitato contesta l'assessore Dallapiccola
Si occupano di ambiente e salute da anni e, prima di intervenire pubblicamente, sul sito www.ecceterra.org, si sono presi alcuni giorni di tempo per «digerire» le dichiarazioni rilasciate all’Adige dall’assessore all’agricoltura della Provincia, Michele Dallapiccola. La questione è quella dei pesticidi, alimentata dalla recente trasmissione Rai «Presa diretta».
A intervenire è un coordinamento sovraprovinciale di cittadini sensibili alla questione fitosanitari: sono i nonesi Sergio Deromedis, Virgilio Rossi e Mario Manini, Tiziano Fantinel di Feltre, Johannes Fragner-Unterpertinger di Malles, Adriano Rizzoli ed Emanuela Varisco di Trento, Gianluigi Salvador di Refrontolo (Treviso) e Laura Zanetti di Telve Valsugana. Che alle loro considerazioni critiche allegano il contributo scientifico di tre medici: il trentino Roberto Cappelletti, Patrizia Gentilini (oncologo ed ematologo) e Ruggero Ridolfi (oncologo ed endocrinologo), entrambi di Forlì.
La sostanza è la seguente: l’assessore Dallapiccola, a proposito del primato del Trentino per consumo di pesticidi, rassicura. «Peccato, però, che tali affermazioni siano fondate su dati sbagliati» scrivono Deromedis e colleghi. Che, in proposito, citano la successiva intervista dell’Adige al chimico Michele Lorenzin, per anni dirigente del laboratorio dell’Agenza provinciale per l’ambiente, che ha confermato il primato del Trentino-Alto Adige, con 42,9 kg per ettaro di consumo di sostanze attive di fitofarmaci, valore molto superiore alla media italiana di 5,9 kg/ha.
Viene evidenziato che l’assessore Dallapiccola non fa «alcun riferimento ad un sistema agricolo che produce negative ricadute ambientali, sociali e sanitarie sui cui costi non si trovano né numeri né statistiche»; «sostiene che i dati utilizzati dal “Presa diretta” sono vecchi, da “preistoria”, ma dovrebbe sapere che sono dati riferiti al 2012, tratti dal rapporto Istat 2013, l’ultimo pubblicato, e non da quello del 2008 come egli afferma nell’intervista».
E ancora: l’assessore «afferma che il 70 per cento dei prodotti è ricompreso anche nei disciplinari della produzione biologica, ma evidentemente non sa che, sempre secondo l’Istat, nel 2012 in Trentino sono stati venduti 6.153 kg di principi attivi bio su un totale di 1.406.163 kg venduti, pari allo 0,44%. Altro che 70 per cento!».
L’assessore viene contestato su altri due punti specifici. Il primo è sul raffronto, sbagliato per l’assessore, con le altre regioni che consumano meno pesticidi perché vi si coltivano cereali o barbabietola. Per contro viene ricordato che le province di Trento e Bolzano nella superficie coltivata «sembrano ricomprendere anche quella a pascolo (...) con il conseguente abbassamento del consumo di pesticidi per ettaro». In ogni caso, dalle tabelle Istat «sulle quantità dei principi attivi distribuiti in Italia, dal 2001 al 2012 e nel 2013, risulta che il Trentino è al primo posto con 9,65 kg/ettaro.
Il secondo si riferisce al Captano che, per Dallapiccola, «non è contemplato dal nostro disciplinare di lotta integrata». Ebbene, viene ricordato che «nel 2014 i tecnici della Fondazione Mach hanno consigliato trattamenti a base di Captano con i bollettini n. 23 del 23 maggio...» e via elencando. Infine, dopo aver messo ricordato «la tossicità di altri pesticidi ampliamente utilizzati in Trentino (Clorpirifos, Glifosate, etc,), viene citata la sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2013 (ricorso di Coldiretti contro il Comune di Malosco) che ridimensiona la portata dello studio epidemiologico dell’Azienda sanitaria (giugno 2012) che non evidenziato una correlazione tra trattamenti chimici e incidenza dei tumori in val di Non.
Un problema politico: IL BLOG DI MICHELE CORTI