Forestali a caccia dell'aggressore. Masè: «Episodio grave e preoccupante»
«Prima di qualsiasi decisione bisogna fare delle valutazioni tecniche. Stiamo cercando di ricostruire quello che è successo». Romano Masè, dirigente del Dipartimento Foreste, da ieri sera è «in prima linea» nella nuova caccia all'orso. Con lui la «squadra anti orso» e i forestali della zona.
Già un paio d'ore dopo l'aggressione, e in particolare da questa mattina, sono cominciate le perlustrazione in dettaglio della zona per cercare tracce dell'esemplare e tentare di capire se si tratta dello stesso orso che ha aggredito Marco Zadra dodici giorni fa nei boschi sopra Zambana. Alle 10.30 è in programma una videoconferenza con Ministero dell'Ambiente e con l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Masè, quello di ieri pomeriggio è stato un vero e proprio attacco, oppure ci sono dubbi?
Stiamo ancora ricostruendo quello che è successo. Il ferito è ancora in ospedale. Resta il fatto che si tratta di un episodio grave, pesante e preoccupante.
Possibile che l'aggressione sia stata causata dalla presenza del cane?
Preferisco non fare ipotesi. Credo non sia opportuno farlo con i pochi elementi oggettivi a supporto che abbiamo ora.
È possibile che si tratti dell'orso di Zambana?
Non lo si può escludere: c'è connessione temporale e di zona, per cui è possibile.
Potrebbe essere stato un attacco da parte di una femmina con cuccioli che si è sentita in pericolo?
Ci si può appoggiare sulle esperienze di altri territori e anche sulle nostre per dire che quasi sempre attacchi e falsi attacchi avvengono quando c'è una femmina con piccoli. In altri casi si tratta di orsi feriti, dove c'è attività venatoria.
Subito sono scattate le richieste alla Provincia di prendere decisioni drastiche, cattura o abbattimento: che ne pensa?
Ora l'obiettivo è ricostruire bene la situazione, poi si valuterà in stretto contatto con il Ministero e con Ispra e si deciderà.