Orsi, Rossi: «Il ministero dell'Ambiente ci dia l'autorizzazione per prelievi e soppressioni»
La Provincia di Trento vuole modificare le norme per la gestione degli orsi chiedendo al ministero dell'Ambiente più libertà in chiave preventiva e l'autorizzazione a prelievi e soppressioni di esemplari pericolosi. Lo ha annunciato Ugo Rossi precisando che "finalmente è arrivata dal ministero la disponibilità ufficiale a costituire una commissione tecnica per la gestione dell'orso".
"Per prima cosa - ha sottolineato Rossi - è necessario modificare Pacobace, il Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso Bruno sulle Alpi Centro-orientali, in modo da effettuare, nel rispetto della specie protetta, prelievi e soppressioni non solo in caso di pericolo ma anche in caso di danni gravi ripetuti, per prevenire situazioni pericolose. Le direttive europee lo consentono".
Altra questione è il numero degli esemplari. "Presenteremo al ministro un dossier in cui si evidenzia - ha aggiunto Rossi - come tutti gli orsi del Trentino si trovano in un determinato territorio, per cui non c'è stato il previsto allargamento sulle Alpi centrali, soprattutto da parte delle femmine, come prevedeva il progetto Life Ursus di 18 anni fa".
"Ci sono stati ripetuti episodi di frequentazione di ambienti umani per cui bisogna porre il problema del numero di esemplari da mantenere per abbattere i rischi", ha sottolineato Rossi che ha chiesto al ministero l'autorizzazione a usare speciali spray antiorso. Intanto, ha concluso Rossi, resta in vigore l'ordinanza per la cattura dell'orsa responsabile delle recenti aggressioni contro uomini. "Siamo pronti a prendere provvedimenti ma solo i prelievi organici potranno darci la certezza", ha concluso.
Arrivano i cani anti-orso
Non è cambiata sostanzialmente l'attività delle squadre di emergenza rispetto al passato, dopo l'attacco dell'orsa KJ2 ad un uomo nei pressi di Sopramonte. «È un decennio - dice il comandante della stazione forestale di Cles e Denno, Mauro Baggia - che gestiamo casi di orsi problematici. Sappiamo cosa fare». Baggia fa parte delle squadre di emergenza dei forestali. Che da lunedì a lunedì si danno il turno sul territorio durante il periodo di attività degli orsi (che poi vanno in letargo). Da marzo a novembre mediamente.
«Ci occupiamo - dice Baggia - di tutti i casi speciali, dall'investimento di orsi, al falso attacco all'uomo o agli avvicinamenti pericolosi».
Per quanto riguarda i danni ad animali o cose, interviene un agente che sostanzialmente dà inizio all'iter dell'indennizzo. I forestali trentini dispongono anche di cani per il controllo della popolazione di orsi.
«Sono quattro - conferma Baggia - uno di questi sta con me. Servono quando è importante capire, in caso di falsi attacchi ad esempio. Per ricostruire le tracce di ciò che è avvenuto».
Questi cani sono della razza Laika (detta anche Rel) originaria della Russia europea. Taglia media, pesano 20 chili e sono cani da caccia nordici, «primitivi» li definiscono gli esperti.
«Sono degli husky da caccia che in quelle zone sono usati per la l'orso, l'alce e altri carnivori. Le loro due qualità maggiori sono una grandissima agilità e l'indomito coraggio. Sono indispensabili anche per ricostruire le fasi di un evento dannoso.
Squadre di emergenza, siamo arrivati ad avere questa necessità?
«No, guardi, - risponde secco il comandante Baggia - è un decennio che gestiamo casi di orsi problematici. Normalmente prima li collariamo...».
D'accordo, ma l'orsa di Sopramonte è «zidiosa» all'inverosimile.
«Certo, l'attacco è stato pericoloso e importante. Ma le zone a rischio sono da tempo monitorate da personale che segnala ogni danno da orso, e analizza ogni traccia. Da tempo sappiamo restringere il cerchio, attraverso la genetica e tanto altro, sugli orsi problematici».
Questo vuol dire che prenderete quell'orsa ben presto?
«Si tratta di una mamma con piccoli, un animale che perciò è più schivo, attento e apprensivo. Più difficile da catturare. Ma siamo sul campo, le siamo vicini...».
La gente dovrebbe sentirsi più tranquilla, quindi?
«Io le ho detto che quella del controllo degli orsi problematici è una routine che noi applichiamo da quasi un decennio».