In 300 in marcia contro i bocconi avvelenati
In trecento sono scesi in strada ieri per sensibilizzare la cittadinanza sul fenomeno dell’avvelenamento degli animali, ancora tristemente diffuso in Trentino, e per chiedere alle istituzioni provinciali una legge chiara per prevenire, monitorare e reprimere i casi di abbandono di «bocconi killer».
Organizzata dalla Lav del Trentino, la marcia ha preso il via da piazza Duomo a metà mattina, per poi concludersi in piazza Dante, dove erano stati allestiti dei gazebo informativi dell’associazione.
Attivisti di ogni età, arrivati appositamente per l’occasione da ogni angolo del Trentino, e accompagnati dai propri amici a quattro zampe, hanno così attraversato il centro storico di Trento, distribuendo volantini informativi e richiamando l’attenzione, mediante manifesti dai colori accesi, su una questione che interessa tutto il territorio provinciale e che interessa anche animali selvatici di piccola e grossa taglia, come le volpi o i plantigradi (nelle scorse settimane un esemplare di orso è stato ritrovato morto in Val di Non).
«Negli ultimi anni - ci ha spiegato il responsabile della onlus locale Simone Stefani - abbiamo riscontrato un aumento del fenomeno di abbandono di esche o bocconi avvelenati, che colpiscono indistintamente animali di affezione (come cani e gatti domestici) e specie selvatiche. A volte, si tratta di abuso di sostanze impiegate per la derattizzazione o come lumachicide, altre volte è evidente l’intenzione di danneggiare una specifica persona uccidendone l’animale, magari avvelenandolo nel giardino di casa o all’interno del box. Purtroppo, soffriamo la presenza di un quadro normativo debole, che non previene e reprime con sufficiente efficacia il fenomeno».
La manifestazione per le vie del centro città, dedicata ad «Otty», uno degli ultimi cani ad essere avvelenati in provincia, si è proposta anche come un’occasione di informazione per tutti i possessori di cani, che sono stati invitati a segnalare debitamente qualsiasi episodio di avvelenamento alle forze dell’ordine.
«La presenza di bocconi avvelenati - ha aggiunto Stefani - rappresenta un pericolo per tutta la popolazione: oltre agli animali, vi è il rischio che anche i bambini entrino in contatto con i veleni. Per questa ragione, la denuncia va sempre fatta».