Val Canali, torna la mostra dedicata al gallo cedrone
È tornata nella cornice della Val Canali, a Villa Welsperg, dopo l’allestimento del 2013, la mostra dedicata al gallo cedrone.
E ritorna, con alcune integrazioni, nell’anno che il Parco dedica a questa rara specie che, scomparsa in gran parte dalle foreste delle Alpi, vive nei boschi di quest’area protetta della quale ne è diventata un po' il simbolo. In autunno il parco trentino promuoverà un convegno internazionale dedicato al gallo cedrone che, analogamente ad altri momenti di studio promossi in questi anni, vuole fare il punto sui risultati emersi nel corso di una ricerca sulla situazione della specie a livello alpino e sulle misure di conservazione messe in atto nei vari contesti territoriali.
L’iniziativa è stata illustrata stamane a Trento in Provincia dal presidente dell’ente Parco, Giacobbe Zortea, e dal direttore dell’area protetta, Vittorio Ducoli. Presentata anche la guida "Il Parco in tasca", contenente gli appuntamenti programmati dal Parco per la prossima estate.
Il gallo cedrone rientra nell’elenco delle specie tutelate dalla normativa europea, la cosiddetta Direttiva uccelli ed è anche per questo che la sua presenza all’interno dell’area protetta rappresenta una bandiera per il parco naturale Paneveggio Pale di San Martino. L’Urogallo è un rappresentante della famiglia dei tetraonidi, a cui appartengono specie adattate al rigido clima invernale tipico degli ambienti freddi.
Sulle Alpi italiane annovera specie come il Fagiano di monte, la Pernice bianca e il Francolino di monte.
Di tutte le 18 specie di tetraonidi che vivono nel mondo, il gallo cedrone è la specie di più grosse dimensioni. Come abitatore originario delle regioni del Nord Europa ha bisogno di boschi radi, ben strutturati e indisturbati, con un buon grado di sviluppo della vegetazione arbustiva ed erbacea. Maschi e femmine utilizzano nel corso dell’anno territori individuali di alcuni chilometri quadrati, così che soltanto vasti complessi forestali in continuità tra loro sono in grado di ospitare popolazioni vitali.
Nel corso degli ultimi decenni tuttavia sulle Alpi l’utilizzo forestale dei boschi, l’agricoltura e l’allevamento nelle zone di montagna sono cambiate radicalmente.
Contemporaneamente lo sviluppo delle attività turistiche, (piste da sci, impianti, strade), hanno avuto un incremento considerevole, a tutto svantaggio del gallo cedrone.
Per questa ragione il Parco ha in corso da alcuni anni una ricerca scientifica, in collaborazione con l’Università di Friburgo, con l’obiettivo di conoscere meglio le sue esigenze ecologiche. «Possiamo affermare - spiega il direttore del parco, Vittorio Ducoli - che la popolazione di gallo cedrone presente nel territorio del Parco sta abbastanza bene: stimiamo che la popolazione sia di 300-400 esemplari, con circa 200 femmine riproduttive. Il problema è che la specie ha un successo riproduttivo molto basso, in media 0,75 nuovi nati ogni 5-6 uova, anche se in compenso gli animali vivono piuttosto a lungo.
Le minacce vere alla sua sopravvivenza derivano però da altri fattori, quali la presenza di strade forestali e impianti di risalita, ma anche il cambiamento climatico e la crescita numerica dei predatori opportunisti».
«L’obiettivo - spiega il presidente del parco naturale Paneveggio Pale di San Martino, Giacobbe Zortea - è dunque quello di sensibilizzare una frequentazione più consapevole degli ambienti dove è ancor oggi presente il Gallo Cedrone, così che tutti possano contribuire, con un comportamento più attento alla sua conservazione.