Zaino in spalla e si cammina È iniziata la stagione dei rifugi
Zaino in spalla e via su per le montagne «tra boschi e valli d'or» come recita la canzone regina della coralità alpina: «La Montanara». Nella realtà sui monti gli escursionisti e gli alpinisti vanno tutto l'anno, ma la tradizione del mondo della montagna fissa dopo metà giugno l'inizio dell'attività, facendola coincidere con l'apertura dei rifugi.
In attesa che il meteo si stabilizzi e già affiora qualche preoccupazione, con l'incubo del ripetersi di un'estate come quella di due anni fa, nei rifugi in questi giorni, fervono i preparativi per l'apertura, che da calendario ufficiale è stata domenica scorsa. Tutti hanno anticipato di qualche giorno aprendo le porte di queste strutture in quota a metà settimana. La stagione terminerà, sempre ufficialmente, il 20 settembre, ma come avviene ormai da alcuni anni in molti rifugi, seguendo l'esempio dell'Alto Adige e le esigenze degli escursionisti tedeschi, ma anche di qualche italiano, rimarranno aperti fino ai primi di ottobre. Dovrebbero rimanere aperte, però, anche le strutture nelle valli e località di montagna, impianti a fune compresi.
Questo passaggio secondo noi il movimento turistico della montagna trentina, prima o poi lo dovrebbe fare. Il prolungamento ovviamente dipenderà molto dalle condizioni meteorologiche. Sono 146 i rifugi sulle montagne del Trentino, si va dai 670 metri del Pino Prati che si trova ai Bindesi sopra Trento, raggiungibile in automobile, al nido d'aquila: il Mantova a 3535 m poco sotto la vetta del Vioz, nel Gruppo Ortles Cevedale nel Parco dello Stelvio. Al di sopra dei 2500 metri c'è ancora neve, non molta perchè le precipitazioni sono state scarse, specie nei mesi di novembre e dicembre, ma l'ultimo periodo non è stato caldo e quindi la neve sta tenendo e le Alte Vie del Brenta non sono ancora agibili. La Sat, l'associazione alpinistica che possiede 35 rifugi 14 bivacchi e 20 strutture in quota comunica che rimarrà chiuso per lavori di ristrutturazione il Prospero Marchetti che si trova a 2009 metri di quota poco sotto la vetta dello Stivo.
«I lavori, dopo qualche stagione con problemi per la gestione - dice Renzo Franceschini presidente della commissione rifugi Sat - dovrebbero iniziare entro il mese di giugno. Son terminati i lavori di rifinitura all'Antermoia, nel Gruppo del Catinaccio, nei pressi dell'omonimo lago alla quota di 2497 metri. Una ristrutturazione importante in un luogo strategico. Anche i lavori al rifugio Ottone Brentari ai 2473m alla base dell'affascinante Cima d'Asta, altro presidio del territorio, sono conclusi ed il rifugio è ora più funzionale, caldo e impreziosito da strutture in legno. Al rifugio Dante Ongari ai 2459 m del Bus del Gat nel Gruppo dell'Adamello sono in programma quest'estate alcuni lavori che lo renderanno, come il Mandron, fossil free. Sarà installata una centralina idroelettrica da 20 KVA, che premetterà di eliminare l'utilizzo del gas in cucina e le stufe a legna. Sarà rifatto anche l'impianto elettrico, l'arredo cucina e sarà fatta la coibentazione. Altro intervento previsto sarà l'adeguamento antincendio. Il preventivo dei lavori è di oltre 400 mila euro.»
Un anniversario importante i 110 anni del Tuckett. In 66 rifugi del Trentino e del Veneto è stata messa una targa Dolomiti Unesco, in tre lingue: italiano inglese tedesco, ricordando che le Dolomiti sono patrimonio dell'umanità.