Idroelettrico: la Provincia riduce il deflusso minimo Degasperi (M5S): «Ci rubano l’acqua dei fiumi»
Si allarga nelle valli trentine la preoccupazione per l’intensificarsi dei cantieri per centrali idroelettriche nell’alveo di fiumi e torrenti: un fenomeno cui si affianca la decisione della Provincia di ampliare la possibilità di utilizzo dell’acqua per i soggetti che si occupano di questa attività economica (sovvenzionata da incentivi pubblici).
Un aspetto cruciale, fanno notare le voci critiche, di questa proliferazione di impianti è l’effetto di accumulo lungo i corsi d’acqua, in genere scarsamente considerato in sede di valutazione sulle conseguenze che lle cementificazioni degli alvei producono sull’ecosistema fluviale.
La questione, ora, riguarda in particolare una novità che allarma molte realtà, anche istituzionali, dei territori: il recente accordo fra la Provincia e Hydro Dolomiti Energia, definito dalla delibera 1798 del 14 ottobre scorso, che diminuisce il deflusso minimo vitale (dmv) da alcune opere di presa di grandi derivazioni idroelettriche. In altre parole, si prevede un minore rilascio di acqua per consentire l’aumento della produzione elettrica.
L’intesa, già oggetto di molte contestazioni, rappresenta un balzo all’indietro per quanto riguarda la collocazione degli standard trentini in questa mataria comparati ad altri territori alpini.
«Zitti zitti si stanno fregando anche l’acqua dei fiumi», commenta polemico il consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi.
«Il M5S - spiega Degasperi - si è già occupato della cosa avendo da tempo presentato un’interrogazione a riguardo, ma fa comunque piacere che gli amministratori locali si siano resi conto di cosa la giunta provinciale abbia architettato a danno dei loro territori».
Il consigliere di opposizione fornisce anche alcune informazioni sul dettaglio dell’azione prevista da piazza Dante: «A quanto ci risulta si parla di cali del deflusso minimo di oltre il 41% sul torrente Aviana (ma in alcuni punti si arriverebbe quasi al 50% in meno), di oltre il 22% sull’asta del Chiese con punte che in alcuni tratti superano il 37%, di un abbassamento del 22% del dmv per la centrale di Grigno, di tagli di oltre il 43% per l’impianto di Malga Mare, stesso discorso per la zona alta del Sarca con riduzioni delle emissioni d’acqua che superano il 26%, e in generale di un calo generalizzato del dmv superiore al 21%».
Degasperi spiega poi che l’idroelettrico, spesso erroneamente considerato semplicemente una fonte pulita e priva di impatto ambientale significativo, presenta varie criticità: «La decisione di abbassare i dmv non sarà senza costi e senza conseguenze: dal lato ecologico e paesaggistico la vita della flora fluviale e della fauna ittica abbisognano d’acqua per prosperare.
Ridurre flussi già bassi rischia di causare danni di lungo periodo, per ripristinare i quali serviranno poi tempo e risorse. Ma anche per quanto riguarda lo sviluppo turistico abbassare i deflussi causerà danni. È perfettamente inutile infatti parlare di “allungare le stagioni”, attrarre turismo dal segmento “green”, puntare sul territorio come fattore di crescita se poi si prendono decisioni come questa».
Degasperi contesta anche la decisione che i controlli sul medesimo deflusso minimo siano affidati alla stessa azienda che fa business sull’idroelettrico, la Hde appunto: «L’impresa che ha interesse e volontà di ridurre i flussi controllerà gli effetti dell’attività che le garantisce utili maggiori! Geniale come trovata... E tanto più geniale se trovasse conferma quanto riportato dalla stampa, ovvero che per controllare se stessa Hde riceverà anche 280 mila euro l’anno dalla Provincia»
Ricordando poi quanto il tema acqua oggi è sempre più importante, Degasperi prosegue: «Oggi Hde è controllata pubblica, domani magari Hde proprietà privata di azionisti stranieri. In pratica la certificazione che il diritto al profitto dei pochi prevale sul diritto alla sopravvivenza dei molti.
Ciò che deve essere assolutamente chiaro è che il M5S non chiede di eliminare o ridurre la produzione di energia idroelettrica. Piuttosto il M5S ritiene che l’equilibrio trovato in questi anni fra gli interessi dei produttori di energia idroelettrica e quelli dei territori sia adeguato e che spostarlo a favore dei primi sia sbagliato e dannoso.
Il M5S sostiene un idea di sviluppo sostenibile e intelligente, dove la produzione di energia idroelettrica sia tutelata ma non possa prevalere sullo sviluppo ambientale, turistico e paesaggistico.
Per tutti questi motivi il M5S trentino è da sempre disponibile a sostenere tutte quelle associazioni e amministrazioni che vorranno opporsi a questo miope disegno di appropriazione e sfruttamento delle risorse».