Molecole inquinanti nei fiumi Dati non allarmanti ma attenzione
Che effetto possono avere sulle comunità di insetti e sulla salute dell’uomo gli inquinanti di nuova generazione presenti nei fiumi trentini? In che quantità sono rintracciabili e cosa fare per limitarne la diffusione?
Tematiche «sensibili» e di grande attualità, prese in esame nella giornata di ieri al Museo delle Scienze all’interno del convegno di divulgazione dati del progetto scientifico Race-Tn, che da ottobre 2015 ad aprile 20018 ha valutato il rischio ambientale associato alla presenza di contaminanti emergenti lungo l’asta del Torrente Noce, dalla sorgente glaciale al fondovalle.
«Le tracce di fitofarmaci nei corsi d’acqua trentini - spiega la responsabile scientifica di Race-Tn Valeria Lencioni - sono sotto il limite di pericolosità e non presentano effetti significativi sulla qualità dell’acqua e sulla tossicità per l’uomo. Tuttavia, nonostante la concentrazione di principi attivi sia bassissima, è importante tenere presente che alcuni contaminanti emergenti sono soggetti a dispersione a medio-lungo raggio, per cui si possono accumulare in aree lontane dalle zone di utilizzo e, nel tempo, possono incidere sulla qualità dell’ambiente».
Il progetto Race-Tn ha scelto come caso studio il torrente della Val di Sole, in quattro tratti a monte e a valle di impianti di depurazione. «I risultati scientifici evidenziano come i depuratori non siano in grado di smaltire questo tipo di molecole, causando sofferenze ed anche danni al Dna nelle popolazioni di insetti che vivono a valle di tali depuratori».
I dati emersi dal progetto evidenziano, in Alta Val di Sole, un incremento nelle acque di tracce di antiinfiammatori, antibiotici, additivi alimentari durante i periodi di picco turistico, anche se non serve scendere a fondovalle per trovare pesticidi nei fiumi. Nelle acque di fusione del Presena e in molti altri sistemi glaciali è stata rilevata la presenza di due erbicidi ed un insetticida, giunti sul ghiacciaio proprio tramite il trasposto atmosferico di medio-lungo raggio a partire dalla Pianura Padana. «L’installazione, in futuro, di un nuovo tipo di depuratori sarebbe una possibile soluzione al problema ma, ancor prima, viene la messa in pratica da parte del cittadino di comportamenti ecologici», conclude Lencioni.