Braccio di ferro con Roma su lupi e orsi
Il ministro dell’ambiente Giorgio Costa impugnerà, per presunta incostituzionalità, la legge approvata dal consiglio provinciale che mette in capo alla Provincia l’opportunità di intervenire, in determinate situazioni, anche con l’abbattimento di lupi e orsi.
La norma - passata in consiglio con i voti di Patt, Upt, Ual e buona parte delle forze di opposizione, l’astensione di parte del Pd proprio per la possibile incostituzionalità, il no del M5s - nello specifico stabilisce la possibilità per il presidente della Provincia di ordinare (acquisito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) l’uccisione di lupi e orsi particolarmente problematici per prevenire danni gravi alle colture e agli allevamenti presenti nelle zone di montagna, in mancanza di un’altra soluzione valida.
Il ministro ha annunciato ieri la sua contrarietà alla legge lanciando un appello ai presidenti Ugo Rossi e Arno Kompatscher (anche l’Alto Adige ha approvato una normativa simile che apre alla possibilità di abbattere gli esemplari problematici): «affinchè ritirino i provvedimenti approvati e avviino con il Ministero dell’Ambiente e le Regioni il percorso istituzionale che dovrà portare all’approvazione del Piano Lupo, l’unico strumento in grado di gestire con armonia tecnica, scientifica, amministrativa e culturale la tematica per i prossimi anni».
Siamo dinanzi a una palese violazione del dettato costituzionale
Dal punto di vista costituzionale si tratta, secondo il ministro Costa, di un problema di competenze fra Stato e Province autonome: «Siamo dinanzi a una palese violazione del dettato costituzionale - ha specificato in una nota - e da esponente del Governo sarò costretto a chiederne l’inevitabile impugnativa al Consiglio dei Ministri».
E aggiunge anche che non vedrebbe di buon occhio un allargamento delle competenze provinciali in ambito faunistico: «Ritengo sia un grave errore, per le Province di Trento e Bolzano - ha specificato il ministro all’ambiente - volersi dotare di autonomia sulla gestione della fauna, che è patrimonio indisponibile dello Stato, forzando l’equilibrio tra i poteri dello Stato e quelli delle Province autonome su temi importanti e molto delicati, che devono prevedere soluzioni scientifiche e tecniche realmente valide e molta ragionevolezza».
Il ministro venga di persona a vedere come gestiamo il territorio e la fauna
Arriva a stretto giro la risposta del presidente Ugo Rossi : «Invito il ministro Costa a venire in Trentino a vedere di persona come gestiamo il territorio e la fauna - specifica in una nota -. Da tempo siamo riusciti a creare sul territorio una biodiversità che ci ha permesso di preservare e, in molti casi, anche di far crescere il nostro patrimonio faunistico, come è accaduto guarda caso proprio in relazione agli orsi e ai lupi. In Trentino animali e uomini convivono in equilibrio e nessuna specie è priva della necessaria tutela». Nello specifico della normativa approvata Rossi specifica che «la nuova legge sulla gestione dei grandi carnivori non è stata voluta per ottenere una sorta di licenza di uccidere, ma per dotarci degli strumenti migliori per poter gestire eventuali situazioni di pericolo».
Il ministro è contrario all’uso della forza e richama invece le 22 linee guida contenute nel Piano lupo in via di presentazione in Conferenza Stato-Regioni e invita i due presidenti ad adottarlo. Costa ha già anticipato che non ci sarà «il passaggio tutt’altro che utile sugli abbattimenti selettivi», mentre «conterrà le strategie, le misure e le azioni giuste per offrire una risposta concreta anche alle richieste dei territori di governare la coesistenza tra uomo e specie animali, tutelando economie e la biodiversità». È previsto per il 12 luglio, già programmato prima dello scontro odierno, un incontro fra le Province e il ministero.
DALLAPICCOLA: DA NOI ATTO POLITICO FORTE
Al momento il lupo è totalmente protetto in Italia - ne è vietata l’uccisione dal 1971 - mentre sia la Francia sia la Svizzera, altri territori europei dove la presenza di branchi è consolidata, si sono dotate di piani di gestione che prevedono la possibilità di abbattimento di individui particolarmente problematici, che è la sostanza di quanto previsto dalla legge approvata in consiglio provinciale e sta suscitando clamore.
È ottimista sulla possibilità di trovare un’intesa con il ministro Costa l’assessore alle politiche agricole e al turismo Michele Dallapiccola: «Le parole del ministro in riferimento al Piano lupo, che non ho ancora visto ma immagino sia costruito sulla base che il ministro Galletti aveva approntato, mi fanno ben sperare - commenta lo stop annunciato a Roma Dallapiccola - visto che è proprio lì che vogliamo arrivare».
«Credo che il ministro abbia estrapolato la parte più drammatica della norma - prosegue Dallapiccola - che è solo il termine di un percorso più lungo di gestione del lupo. Lo ha fatto richiamando il bisogno di partire da un approccio che preveda l’uso delle 22 azioni del Piano lupo nazionale e questa è la conferma che con il ministro possiamo dialogare visto che la Provincia di Trento queste azioni le sta gia mettendo in campo con un approccio ragionato, scientifico e non di pancia, per nulla rivolto solo all’atto finale ma a mettere in campo le azioni volte alla salvaguardia dei grandi carnivori come è nelle intenzioni anche del ministero. Non si parla qui di abbattimento indiscriminato, ma di una gesitone ragionata con una serie di azioni fra le quali si prevede che valutate le caratteristiche dell’esemplare vi sia la possibilità di rimuoverlo se estremamente necessario».
E sull’incostituzionalità? «Comprendo e rispetto le posizioni del ministro. Spetterà alla corte costituzionale valutare il profilo di corrispondenza della nostra norma, ma l’abbiamo scritta con il cosciente impegno di voler emanare un atto politico forte, non unico rispetto ad altri provvedimenti che sono già stati presi in passato». spiega l’assessore.
«Credo - conclude Dallapiccola - che l’occasione di incontro della prossima settimana sarà la più grande opportunità di poter chiarire con il ministro le nostre posizioni, al di là della costituzionalità».
DIBATTITO INFUOCATO
Fioccano le prese di posizione dopo le dichiarazioni del ministro Giorgio Costa e, per gli schieramenti trentini in campagna elettorale in vista delle provinciali, è occasione per qualche stoccata.
Se la Lav (Lega antivivisezione) e l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) accolgono la bocciatura ministeriale con un plauso, il mondo politico locale è più diviso.
Il neo sottosegretario Maurizio Fugatti (Lega Nord) parla di «decisione fuori luogo e inopportuna» e aggiunge che «occorrerebbe almeno capire le esigenze e le ragioni urgenti che hanno portato a questa decisione e fare proposte serie di soluzione immediata del problema. Peraltro, sarebbe un’occasione per dimostrare maggior rispetto per la cosiddetta democrazia diretta esercitata in questo caso legittimamente da queste Province autonome con voti ufficiali dei rispettivi Consigli provinciali».
Molto critico il Patt: «Rimaniamo letteralmente allibiti dalle considerazioni del ministro Costa. Primo perché dimostra di non conoscere la lunga tradizione di corretta gestione venatoria che caratterizza i nostri territori unitamente alla sensibilità per l’ambiente che abbiamo sempre dimostrato e che ci pongono all’avanguardia in Italia e in Europa sulle strategie per lo sviluppo sostenibile».
«In Secondo luogo - aggiungono le Stelle alpine - perché gli esponenti trentini della Lega e della Destra da anni strumentalizzano il problema dell’orso e del lupo promettendo, anche in occasione delle ultime elezioni nazionali, provvedimenti che avrebbero autorizzato fin da subito la soppressione dei grandi predatori in soprannumero.Prendiamo atto che non solo le promesse non vengono mantenute, ma addirittura vengono sconfessati tutti i proclami dei leghisti. Il Ministro che hanno espresso ed eletto, infatti, ha tutte le intenzioni non solo di vietare ogni e qualsiasi tipo di abbattimento, ma intende anche comprimere le competenze delle nostre Autonomie speciali. Il Patt si attiverà a tutti i livelli perché questo non accada e chiede agli Organi Provinciali di non ritirare i provvedimenti approvati, nonché di intervenire ulteriormente presso il nuovo governo Lega – M5s perché venga approvata la norma di attuazione proposta dalle due Provincie autonome ed approvata dalla Commissione dei Dodici».
Filippo Degasperi (M5s) è con il ministro e attacca l’amministrazione provinciale: «Attendevamo fiduciosi l’intervento del Ministro dell’Ambiente - ha specificato in una nota alla stampa -. Il tentativo di estrometterlo dalla gestione dei grandi carnivori, oltre a dimostrare la pochezza di idee di chi gestisce oggi l’Autonomia, manifesta anche una visione esclusivamente conflittuale del rapporto con l’attuale Governo. Con un’eleganza e una raffinatezza ammirevoli, il ministro Costa mostra oggi ai bulletti locali quale sia la strada da seguire: rispetto, visione, confronto e dialogo costruttivi. Una bella lezione per chi pensa che Autonomia significhi solo farsi gli affari propri».
Giacomo Bezzi (Forza Italia) torna a proporre l’idea di parchi su modello canadese: «Il Governo sbaglia. Bisogna mettere in campo azioni e risorse adeguate, per la progettazione e la realizzazione di alcuni parchi sul territorio provinciale, delimitati da recinti elettrificati ed attrezzature idonee, all’interno dei quali introdurre gli esemplari di orso e lupo problematici, catturati dal servizio forestale per il manifestarsi di comportamenti pericolosi o aggressivi, o comunque in qualche modo inappropriati per vivere liberamente».
Interviene sulla questione anche la parlamentare Michaela Biancofiore (Forza Italia): «Gli orsi e i lupi sono esseri viventi, creature senzienti e di Dio e non possono essere assassinati per risolvere problemi creati dalle stesse istituzioni che oggi vorrebbero abbatterli per lavarsi dalle responsabilità di aver immesso queste specie protette sulle nostre montagne, a puri fini turistici».