Cure e amore fino alla fine Ecco il primo hospice per cani

A far scattare la molla è stata la storia di un cane rimasto solo dopo la morte in un incidente stradale dell’uomo che lo aveva tenuto con sé per molti anni.

Nel canile di una regione del Sud dove era finito lo hanno visto per un mese triste e mogio, rintanato in un angolo, immobile, e non ha più mangiato finché una mattina lo hanno trovato morto.

«Quando mi hanno chiamato era troppo tardi e allora mi sono chiesta: che fine fanno i cani che restano orfani della persona con cui hanno vissuto per lungo tempo e passano in un attimo dal divano di casa a un canile?». Daniela Salvi, etologa da sempre appassionata di cani, ha trovato la risposta che indica una strada per cambiare il destino di tanti animali.

A Bracciano, poche decine di chilometri a nord di Roma, ha aperto all’inizio di settembre un hospice per cani, un luogo dove i vecchi animali abbandonati vengono accuditi e accompagnati serenamente verso i loro ultimi giorni. Si chiama «Baffi d’argento»,  come il nome dell’associazione fondata per sostenere l’attività della struttura. «È l’unica in Europa, mi risulta che ce ne sia soltanto una in Germania che in questo momento, però, è ferma - spiega -. In America, a parte piccole realtà, ce ne sono quattro o cinque istituzionalizzate».

«Bereaved dogs», cani in lutto, così in inglese vengono chiamati gli animali che restano orfani e soli e sono destinati, quando va bene, a finire la loro esistenza in un canile. «Ci sono persone che muoiono e non hanno nessuno o hanno figli che pensano solo a spartirsi l’eredità e abbandonano i cani senza pensarci troppo. Sono certa che camperò a lungo - dice scherzando - e nella seconda parte della mia vita voglio dedicarmi a questo impegno». Detto fatto, Daniela Salvi ha recuperato una sua casa nelle campagne di Bracciano che aveva dato in affitto e l’ha adattata per accogliere i nuovi ospiti.

«Attualmente abbiamo tre cani e altri tre sono in arrivo - spiega-. Uno, Nebbia, che era anziano e molto malato, è morto dopo 15 giorni, ma è valsa comunque la pena stargli accanto e prendersi cura di lui. L’ unico discrimine per accettarli è che non devono essere aggressivi o creare problemi con gli altri cani. Questo è il posto adatto per loro. C’è un giardino di un ettaro recintato dove la mattina vengono lasciati liberi di stare al fresco degli alberi o a riposare».
Clara Di Silvio, giovane ex allieva di Daniela e ora sua socia, li accompagna a fare un giretto, poi si dedica alla loro pulizia, alla colazione, a riassettare la casa. I cani malati seguono la terapia che va dalle flebo alle medicazioni, alle fasciature o, per i casi più gravi, a interventi assicurati dalla clinica veterinaria che è proprio lì davanti. Verso le 16 gli animali rientrano in casa, vengono spazzolati e cenano (i pasti al giorno sono due), e poi tutti in salotto al piano terra a guardare la tv. «Scegliamo programmi culturali, i documentari del National Geographic, di Animal Planet o di Geo& Geo - dice Daniela - alle 22:30 il giretto fuori per l’ultimo pit stop. Quindi ogni cane va sul suo materasso e si spegne la luce».


I costi? Nei paesi anglosassoni la regola è che chi più ha più paga. «Baffi d’argento» prevede una quota di 150 euro ma non si fanno problemi a chi non può permetterselo. «Prendiamo tutti - assicura Daniela -. Pagherà chi viene dopo. Certo, accettiamo donazioni grandi e piccole e ne stiamo già ricevendo. Alcuni ci incoraggiano con entusiasmo a portare avanti la nostra iniziativa. Io non ho bisogno di guadagnare. Non paghiamo l’affitto. I costi sono lo stipendio per Clara e per la cura dei cani».

Quest’ultima voce non è affatto di poco conto. Danila Salvi ha avuto un alano cardiopatico che le costava 600 euro al mese. «Quando io non ci sarò più - sottolinea - ci sarà chi si occuperà di loro. Baffi d’argento avrà un mio lascito per consentire a Clara di continuare il lavoro».

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