I magnifici 7 dell’antibracconaggio Ecco le prime Unità Cinofile
Da oggi l’antibracconaggio ha un alleato in più. Sono le prime sette Unità cinofile dei Carabinieri diplomate Safa, Scuola di alta formazione antibracconaggio di Legamabiente e dei Carabinieri del Cufaa (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari), addestrate per ricercare reti, armi, munizioni, lacci, trappole e tagliole utilizzate dai bracconieri e per contrastare il bracconaggio che in Italia è molto diffuso: ogni giorno vengono registrate 20 infrazioni contro gli animali selvatici e sono avviati 3,5 procedimenti e indagate 3,2 persone per reati contro la fauna (dati Ecomafia).
Una pressione criminale, quella del bracconaggio - secondo Legambiente - facilitata dal fatto che le sanzioni sono solo contravvenzionali e risolvibili con un’oblazione che non scoraggia i bracconieri, che nei casi più eclatanti rischiano un’ammenda da 774 a 2.065 euro.
«L’ottimo risultato raggiunto con le prime sette unità cinofile - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - fa bene sperare che, già da domani, a partire dai sette black-spot del bracconaggio in Italia (Prealpi lombardo-venete, Delta del Po, Coste pontino-campane, Zone umide pugliesi, Stretto di Messina, Sicilia occidentale e Sardegna meridionale), si potrà operare con uno strumento in più per fermare i bracconieri».
La Safa, nata nel 2018 per volontà di Legambiente in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, con la partnership dell’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana, Almo Nature e con il patrocinio di Federparchi compie così il suo primo anno di attività e diploma le prime unità cinofile. «Abbiamo fatto un salto di qualità nella lotta al bracconaggio - sottolinea Angelo Agovino, Generale Corpo di Armata, Comandante Cufaa Carabinieri -, la nostra battaglia prosegue perche’ il contrasto al bracconaggio e’ una delle attività più importanti per la difesa della biodiversità tra le oltre 4.000 stazioni territoriali dei Carabinieri e le circa 1.000 del Cufaa; infatti - spiega - ogni anno circa il 25% dei controlli sul territorio riguardano la tutela della fauna».
Per questo le sette unità cinofile dell’Arma dei Carabinieri (Titan, Puma, India, Lapa, Mora, Kenia e Africa, 2 cani di razza labrador e 5 pastori belga malinois) insieme ai loro conduttori hanno seguito 208 ore di formazione, tra lezioni frontali ed esercitazioni pratiche condotte da docenti con esperienze internazionali e tra l’altro hanno affinato le tecniche di detection (ricercare e rilevare differenti sostanze organiche e inorganiche). Dopo un anno di corso, organizzato a Rispescia (Gr) presso il centro Girasole, sede di Festambiente, i cani già operativi nella ricerca di bocconi avvelenati, hanno imparato a individuare anche gli strumenti comunemente usati dai bracconieri, dalle tagliole alle reti. Per Agovino infine «la Safa rappresenta la capacità di fare progetti e quindi la capacità di collaborare tra istituzioni e altri enti e inoltre e’ il frutto di una grande evoluzione culturale: l’animale era definito cosa di nessuno, oggi l’animale è un bene riconosciuto dalla collettività e di sua proprietà che quindi avverte il bisogno di proteggerlo».