Liberato l'orsetto curato per un mese al Casteller
In attesa della annunciata cattura dell’”orso problematico” M49, un altro plantigrado ritrova la sua libertà. Dopo circa un mese l’orsetto di sei mesi recuperato lo scorso 27 maggio in grave stato di debilitazione nei pressi del lago di Molveno è stato rilasciato nei boschi del Brenta orientale.
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Della riabilitazione in queste settimane, all’interno del centro faunistico del Casteller, si è occupata una sola persona che ha provveduto alla sua alimentazione: sia durante le cure sia nella fase di rilascio i contatti con l’uomo sono stati ridotti al minimo indispensabile e l’orsetto sembra aver mantenuto un buon grado di diffidenza nei confronti degli umani.
La riabilitazione, informa una nota della Provincia, è stata realizzata seguendo le linee guida, redatte già nel 2011 ed in raccordo con il Ministero dell’Ambiente e con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) oltre che con esperti stranieri. In queste settimane l’animale ha manifestato grande appetito e vitalità, arrivando a quadruplicare il proprio peso iniziale che si aggirava sui 4-5 chili.
Nelle prime fasi dopo il recupero l’orsetto è stato alimentato con il latte; ha mangiato molta frutta e verdura e si è dimostrato particolarmente ghiotto di ciliegie. L’ipotesi è che la madre sia stata costretta ad abbandonarlo dall’intervento di qualche maschio - data la stagione degli amori che caratterizza il periodo primaverile - ma non vi sono elementi per escludere altre cause.
Come detto, l’esemplare ha ora circa 6 mesi di età: è questa la soglia oltre la quale - in base alla bibliografia esistente in materia - i giovani orsi senza madre cominciano ad avere discrete possibilità di sopravvivenza in natura (circa il 50%). Il momento del rilascio è stato dunque deciso con il supporto di veterinari esperti dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, che hanno constatato le buone condizioni dell’animale. Fondamentale è stato trovare un punto di equilibrio tra la fase di rinforzo e riabilitazione e la necessità di contenere il rischio di assuefazione all’uomo.
Le analisi genetiche hanno consentito di accertare che si tratta di un maschio: i genitori sono M22 ed F15. Il trasporto ed il rilascio sono avvenuti senza ricorrere all’anestesia, in modo da garantire al cucciolo un impatto con il nuovo ambiente nel pieno delle forze e delle capacità cognitive. L’orsetto è dunque tornato ai suoi boschi dopo 37 giorni di cure: i forestali lo avevano recuperato secondo quanto previsto dalle “Linee guida per la gestione di cuccioli di orso privi di madre” redatte dall’Amministrazione provinciale con il contributo di Ispra. Non è la prima volta che il personale del Servizio Foreste e fauna procede alla riabilitazione ed al recupero di cuccioli di orso privi di madre (nel 2011 la prima esperienza); si tratta infatti di attività che rientrano nelle numerose attività di gestione della popolazione di plantigradi presente sul territorio provinciale.
Nelle ultime settimane di maggio il cucciolo era stato avvistato diverse volte, sempre solo ma ancora in buono stato di salute, in valle dei Laghi; la sua prolungata permanenza nelle immediate vicinanze di strade molto trafficate aveva reso necessario un primo intervento di spostamento dell’animale in una zona più sicura (i versanti del monte Gazza). Pochi giorni dopo l’orsetto aveva però ricominciato a frequentare assiduamente zone antropizzate, in particolare le rive del lago di Molveno, mostrando questa volta uno stato di deperimento che, come ha accertato l’autorità veterinaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, non consentiva la sopravvivenza in natura del plantigrado. Per questo motivo l’Amministrazione provinciale ha deciso di eseguire l’intervento di recupero e riabilitazione, realizzato presso il centro faunistico del Casteller.