Ecco il picchio verde fotografato nel biotopo fra Calliano e Nomi
E' difficile vederlo, ancora più difficile (figuriamoci) fotografarlo: è il picchio verde. Ma il fotografo naturalista Paolo Deimichei di NaturAla è riuscito nell'impresa. Ecco lo straordinario scatto che mostra questo volatile, ritratto nel biotopo naturale Taio fra Nomi e Calliano.
Il picchio verde (Picus viridis, Linneo 1758) è abbastanza comune nei nostri campi,ma elusivo e timido; ed è una specie protetta a livello comunitario. Lungo circa 30 centimetri, raggiunge il mezzo metro di apertura alare, per 150-200 grammi di peso. La parte superiore del dorso si presenta verde scuro, per virare verso giallo e grigio-chiaro nelle parti inferiori. L’apice del capo è di colore rosso, la faccia nera, mentre dal becco partono due strie nere verso la nuca, tendenti al rosso nel maschio. La coda è rigida e a forma di cuneo, e permette di appoggiarsi al tronco durante la percussione. Per aggrapparvisi, dispone di quattro dita uncinate e robuste, due in avanti e due all’indietro.
Ben diffusa in Italia, ove mostra una spiccata fedeltà al sito riproduttivo, la popolazione di Picchio verde mostra una distribuzione limitata all’Europa e alle regioni egeo-pontiche di Asia Minore e Caucaso. È assente da Irlanda, Scozia e Scandinavia settentrionale. Nel nostro Paese – ove nidifica la sottospecie nominale Picus v. viridis – è presente in tutta la Penisola ad eccezione del Salento, della Basilicata, di parti della Pianura Padana orientale e del versante adriatico. È invece assente dalle isole, anche se è accertata la sua presenza in Sicilia almeno fino al 1930.
Specie piuttosto schiva – a differenza di altri picchi si fa riconoscere più per il canto che per il tipico “tambureggiare” – è dotata di un becco diritto e robusto, saldato con la calotta cranica. Il volo si presenta ondulato. Frequenta di preferenza boschi maturi, soprattutto di latifoglie, con presenza di alberi morti ricchi di cavità e predilige le zone alberate discontinue, alternate da zone coltivate. È l’unica specie di picchio che scende regolarmente a caccia anche sul terreno, alla ricerca di formiche e delle loro larve, di cui è ghiotto.
Rispetto ad altri picchi mostra comunque buone doti di adattabilità, potendo costruire il nido in parchi e grandi giardini e non disdegnando manufatti costruiti dall’uomo come pali o infissi in legno posti ai margini delle zone boscate. Quando arriva il periodo della nidificazione – di norma tra aprile e maggio – il Picchio verde cerca un luogo adatto allo scavo del nido, oppure occupa cavità già disponibili come vecchi nidi di altri picchi o concavità naturali dei tronchi. Le uova, tra 5 e 8, sono incubate per almeno 14 giorni e i pulcini si trattengono nel nido fino alla quarta settimana di vita.