Funivia per il Bondone: Ianeselli rilancia, Fugatti ci sta
Il presidente della Provincia commenta la proposta del sindaco: “Se il Comune ci crede, noi ci siamo”. Con i soldi del Recovery? No, è troppo tardi
TRENTO. «Se il Comune ci crede, noi ci siamo. Perché per me il tema della funivia del Bondone è determinante per lo sviluppo della città». Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti allunga una mano verso palazzo Thun e propone un metodo di lavoro: «Facciamo così come abbiamo fatto in questi due anni, per trovare le risorse dell'interramento ferroviario, lavoriamo insieme».
L'altro giorno era stato il sindaco Franco Ianeselli, nell'ambito del confronto organizzato da l'Adige con il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, a rispolverare l'idea di un collegamento a fune tra la città e il Bondone. Un po' più che una suggestione, aveva evidenziato il sindaco, un possibile progetto di sviluppo.
E il medesimo approccio è stato confermato ieri pomeriggio dall'assessore alla mobilità Ezio Facchin, che ha delineato soprattutto il metodo: «Noi ci crediamo davvero - ha spiegato - bisogna lavorare su una politica del Bondone, partendo dagli studi fatti in questi anni, che devono essere valorizzati. Il concetto della mobilità cittadina dev'essere certamente integrato con il Bondone».
A ragionare di questi sviluppi, spiega, c'è il tavolo di lavoro ad hoc che vede protagonisti Comune e Provincia. «In primo luogo si dovrà ragionare di un progetto di servizio. Significa che si dovrà prima di tutto capire come può essere sviluppata la montagna di Trento, quale ruolo potrà rivestire in futuro. Da questa analisi usciranno le indicazioni, affinché si ragioni di fattibilità tecnica». Alla fine, naturalmente, ci sarà il nodo finanziamenti.
Ma al varco sono attesi soprattutto i privati. Un concetto che ribadisce anche il presidente Fugatti: «La Provincia è disposta a ragionare di un investimento di questo tipo, a fronte di due cose: della convinzione del Comune, e a fronte del coinvolgimento di capitali privati. Servono finanziatori privati e serve costruire un percorso finanziario, dove partecipano gli enti pubblici, ma non sono i soli a considerarlo un progetto redditizio. Per altro so che ci sono soggetti interessati a questa partita».
Quel che sarà pressoché impossibile è far rientrare la funivia del Bondone nei progetti finanziati dal Recovery fund. E non per il tipo di investimento, che in linea teorica sarebbe perfettamente in linea con gli obiettivi previsti, ma per via dei tempi, che non ci sono: il Recovery è per opere cantierabili entro il 2023.
La funivia del Bondone ha bisogno di più tempo per ragionamenti che siano davvero di prospettiva. Ma questo, evidenzia il presidente Fugatti, non rende l'ipotesi di collegamento green tra città e montagna meno concreto: «Va solo capito quanto il territorio ci crede. Noi diamo disponibilità a costruire il progetto. Ce la faremo se lavoreremo così come abbiamo fatto in questi due anni per trovare le risorse per l'interramento ferroviarie: abbiamo collaborato tra istituzioni e avuto moltissime interlocuzioni con il Mit, ma alla fine abbiamo ottenuto il finanziamento. Credo che anche su questo possiamo fare gioco di squadra tra Comune e Provincia».