«Lasciate che i bimbi possano sporcarsi e prendere freddo»
Presentato il nuovo marchio "Sat Family", evoluzione di programmi come "Bimbi in spalla" già sperimentati in alcune sezioni del sodalizio alpinistico. La presidente Anna Facchini: «Dalla serenità dello stare all'aperto alla promozione del benessere fisico e psichico, ogni momento in montagna diventa un'opportunità per imparare, condividere e celebrare i piccoli traguardi»
TRENTO. Parlare di famiglia in Trentino significa anche parlare di famiglia in montagna. E così la Sat, all'interno del Festival, ha presentato il nuovo marchio "Sat Family", una sorta di evoluzione di programmi come "Bimbi in spalla" già sperimentati in alcune sezioni.
«Portiamo le famiglie in montagna dal 2003 con progetti ad hoc - spiegano Michele Mandelli e Massimo Amistadi, rispettivamente presidenti della Sat di Riva e di Arco - e alla base delle esperienze proposte c'è la sicurezza e l'insegnamento che si può vivere la montagna in qualsiasi condizione di tempo. Acqua, neve, nebbia, bisogna imparare ad adeguarsi al meteo misurando capacità e difficoltà. La montagna non è una corsa, serve camminare al passo giusto».
La montagna può essere declinata come luogo della gioia e benessere: ne è convinta la presidente della Sat Anna Facchini: «Dalla serenità dello stare all'aperto alla promozione del benessere fisico e psichico, ogni momento in montagna diventa un'opportunità per imparare, condividere e celebrare i piccoli traguardi di oggi. Sat Family è un ampio ambito di raccolta di tutte le attività, iniziative già proposte da Sat per bimbi, famiglie e ragazzi, corredato da un nuovo stimolo di cultura e conoscenza per vivere la montagna in modo consapevole e responsabile».
«Da tempo la salute non è solo assenza di malattia - precisa Paolo Crepaz, medico dello sport e vicepresidente Coni Provinciale - e la natura offre un benessere fisico, relazionale, psichico che la città non offre. La montagna dà gioia, ecco perché più che "facilitatori" io chiamerei quelli che aiutano ad andare in montagna "felicitatori" portatori di felicità. Gioia non solo emozionale ma fisica, di movimento, sganciato dalla mera prestazione fisica».
Per Crepaz le parole chiave dell'andare in montagna sono «più dolce, più profondo, più lento», in contrapposizione allo stress da prestaizioni, ed ha ricordato come quelle novitaà che trasformano la montagna «in un luna park, in realtà la screditano. E conclude: «Diamo valore alla fatica».
«Ecco perché l'ambiente va tutelato» ricorda Sara Zappini, responsabile aree protette, mentre Carmela Caola, gestrice del Rifugio Segantini in Val d'Amola, ammette che le tipologie di famiglie che frequentano la montagna è quantomai variegata.
«A conferma che la montagna è di tutti, arrivano al rifugio famiglie preparate, altre meno, alcune che hanno pretese, altre che si sanno accontentare: il rifugio non è un albergo e saperlo vivere significa apprezzare ciò che ti sa dare». Un appello ai genitori, perché sappiano lasciar giocare i bambini, «sporcarsi, bagnarsi, strappare i pantaloni e persino sbucciarsi un ginocchio», viene lanciato da Giulia Tomasi, biologa, botanica e mamma. Concetto rimarcato da Crepaz che ricorda come anche i genitori debbano concedere più libertà: «Lasciate che i figli abbiano un po' di fame e di freddo». B. G.