Progetti / Turismo

Strada della Val Careta, nuove speranze dal voto in Consiglio provinciale: impegno a ripristinare il sentiero

Da Caldonazzo a Carbonare, è interrotta da decenni da grandi frane, il Consiglio Provinciale approva la mozione di Degasperi: «Non sarà ciclabile, ma intanto...»
L'OPERA Arriva un progetto, con tutti i Comuni interessati
STORIA
Si pagava un pedaggio all'osteria della Stanga

CALDONAZZO. Il consiglio provinciale nella sua seduta di ieri ha approvato all'unanimità una mozione che auspica il ripristino del sentiero Sat 219 della Val Careta che collega gli Altipiani Cimbri con il fondo valle e Caldonazzo in particolare. Ad essere approvata è stata la mozione numero 77 che alcuni gruppi politici di minoranza avevano presentato al presidente del Consiglio Provinciale Claudio Soini: l’approvazione dopo una serie di ritocchi al testo concordati con la maggioranza.

E’ uno spiraglio, dopo le innumerevoli bocciature del progetto originale che prevedeva un forte intervento finanziario per ripristinare la Val Careta e trasformarla in una ciclabile dal fascino "selvaggio" e meravigliosa per bellezza. Un unicum nel Trentino. Ma i dubbi sulla sicurezza del versante friabile e gli altissimi costi di realizzazione avevano sempre fatto naufragare l’idea progettuale.

A suo tempo il sindaco di Lavarone, Isacco Corradi, aveva fatto predisporre un elaborato che il progettista Mirco Baldo aveva presentato alla Comunità. Nel documento erano previsti – per bypassare alcuni punti problematici soggetti a frane - tre piccoli ponti a sbalzo ancorati alla roccia. Il costo dell'intera opera si aggirava intorno ai 6 milioni di euro. Sarebbe stata un'opera all'avanguardia, promettente, un collegamento antico che veniva ripristinato per mettere in relazione la montagna con i laghi. Ma tale opera è sempre stata archiviata con pareri negativi.

Ora sulla mozione presentata da 13 consiglieri (Filippo Degasperi di Onda come primo firmatario) è stato dato parere favorevole, con il progetto originario che di fatto non veniva più menzionato. Si parla unicamente del ripristino, del sentiero nei suoi tratti percorribili a piedi, di una possibile ferrata nei punti critici, per poi salire verso la "Stanga". «Piuttosto che nulla va bene anche questo - dice Fernando Cetto, che da anni si batte per un collegamento fra gli Altipiani e la Valsugana con una funivia e con la Val Careta -. Almeno si sono resi conto dell'importanza di questa via d'unione che un tempo vedeva passare carri trainati da cavalli/buoi, addirittura da automobili. La strada della val Careta era l’antica via di comunicazione con il fondovalle. In località "Stanga" i trasportatori di merci dovevano pagare un dazio , il ricavato veniva investito direttamente per la manutenzione della strada. L'ultima famiglia a gestire l'arteria è stata una famiglia di Lavarone, in effetti tutto il tracciato della Val Careta si distende catastalmente nel Comune di Lavarone. In Trentino la mobilità alternativa non esiste, in Alto Adige per far vivere la periferia si fanno investimenti nei servizi, qui si parla ancora dell'A31. Si parla», sottolinea Cetto.

Ecco parte del dispositivo della mozione approvata, tesa «Ad adottare le iniziative necessarie al ripristino della percorribilità dell'ex sentiero Sat 219,prevedendo la realizzazione di una via ferrata nel tratto di percorso più aspro morfologicamente e coinvolgendo i comuni interessati , le comunità degli Altipiani Cimbri , dell'Alta Valsugana , la Sat e l'associazione che da tempo lavora sul tema».

Qualcosa si è ottenuto, almeno verrà recuperato un sentiero che ha insita una storia centenaria costellata di pietre, che esprimono mille racconti . L'auspico è che i lavori di ripristino del sentiero 219 possono iniziare quanto prima. Spetterà poi alle Comunità nel loro insieme proporre nuovi investimenti per concretizzare anche progetti di viabilità alternativa.

comments powered by Disqus