Orari, provinciali contro Fugatti «Faremo la spesa a Bassano e Affi» Ecco le nuove iniziative di protesta
I dipendenti provinciali restano sul piede di guerra. Dopo lo sciopero di venerdì contro il blitz della giunta Fugatti per la riorganizzazione degli orari nel post Covid-19 - le novità partiranno lunedì prossimo - intendono mettere in atto altre iniziative di protesta.
Le stanno raccogliendo i rappresentanti sindacali. Alcune sono clamorose. C'è chi propone di disertare in massa i ristoranti o bar cittadina: i buoni pasto si dovranno spendere nei sobborghi o fuori città o nei supermercati convenzionati di Trento. Altri sono ancora più sferzanti: «Visto che ci fanno lavorare anche di sabato (qualcuno) e che siamo cittadini di serie b, chiediamo ai grossi centri commerciali di Affi e di Bassano di organizzare delle corriere per portarci a fare la spesa fuori provincia con convenzione per sconti a noi rivolti».
C'è infine chi invita i colleghi a «farsi rispettare di più nella distribuzione dei turni, non ad accettare quello che viene imposto» e di utilizzare i mezzi pubblici per non inquinare con i nostri automezzi («così vediamo se sono sufficienti in particolare a mezzogiorno»).
In una comunicazione interna, Maurizio Valentinotti (Fenalt) sprona i lavoratori a mandare nuove proposte e scrive: «Abbiamo altre idee, le stiamo verificando».
Cgil, Cisl, Uil e Fenalt hanno intanto già incaricato quattro legali di fiducia di impugnare la delibera in questione. Verrà poi chiesto all'Ente certificatore Family Audit per far togliere l'accreditamento alla Provincia.
Luigi Diaspro della Cgil ribadisce il suo totale dissenso verso il modus operandi dell'esecutivo: «Non mi scandalizzo se la decisione di far rientrare il personale in sede è stata presa pure per aiutare i bar ed i ristoranti, ma è giusto discuterne. Non calare le scelte dall'alto. Vogliamo poi capire qual è il senso di questa riorganizzazione, finora non si comprende la logica che sta alla sua base. Ci devono coinvolgere».
Sull'argomento orari in Provincia, Alessio Manica ha presentato ieri un'interrogazione.
Il consigliere del Partito democratico si batte per la conferma del lavoro a distanza. «Vanno adottate - questa la sua posizione - nuove forme di organizzazione del lavoro del personale provinciale improntate alla flessibilità, duttilità e autogestione del tempo proprie del cosiddetto smart working». L'esperimento dell'impiego via internet ha per l'esponente dei dem enormi potenzialità.
Manica va oltre e sollecita l'esecutivo a trazione leghista ad intavolare a breve su questa questione una trattativa con i rappresentanti dei lavoratori «per raggiungere in modo condiviso questo obiettivo».