Il rebus della riapertura delle scuole Bisesti non va in conferenza stampa e Fugatti dice che deciderà Roma

Nella sua conferenza stampa di ieri, in diretta Facebook e come sempre senza contraddittorio, la giunta provinciale si è presentata solo con il presidente Fugatti e l’assessore alla salute Stefania Segnana. Fugatti ha parlato del problema scuola spiegando che il tema gli viene sollecitato da molti, anche dai sindaci che incontra. Ieri è stato il caso degliamministratori di Vallagarina e Rovereto che gli hanno di nuovo posto la domanda: cosa avete in mente per la ripertura delle scuole trentine?

Fugatti ha risposto: «Noi abbiamo parlato dell’indice matematico di quanto rischiamo: quel dato lì riguardante la scuola è il più negativo. Tutto ciò che comporta la scuola, con i trasporti e le famiglie, porta al rischio di contagio più elevato che c’è. Non vuole dire che le scuole non riapriranno, anzi, ma dobbiamo informare istituzioni e cittadini che ci sono ipotesi di riapertura che hanno maggior impatti sul contagio rispetto ad altre. Mandare le persone nei parchi è più pericoloso che mandarle in fabbrica, ci dicono i matematici e gli scientifici, mandare in giro le famiglie e gli alunni è ancora più pericoloso».

Il tema è “come fa ripartire il sistema”. «Nei prossimi giorni - ha detto Fugatti, assente l’assessore competente Bisesti - vedremo dirigenti e categorie della scuola, per fare un nostro piano scolastico, per fare un “modello trentino” da portare in sede nazionale sulla fase 2».

Fugatti però sa benissimo che quel che conta è il via libera del Governo nazionale: «Le colonie estive, la scuola... dobbiamo organizzarli in modo sicuro, perché si rischia che siano luoghi dove il contagio potrebbe propagarsi. Io dico ai genitori: ieri c’erano 3 minorenni fra i contagiati. Non è che tutto è finito, va capita anche la prudenza. Noi non vogliamo che i vostri figli rischino il contagio e per fare questo serve tempo. Altrimenti poi mi troverò dei genitori che vengono e mi dicono: tu li hai lasciati uscire, e adesso mio figlio è contagiato!».

E l’assessore competente, Mirko Bisesti? Ieri ha avviato una serie di confronti «per pianificare le misure da mettere in campo per superare questa fase molto complicata, legata alla pandemia in atto con la riunione del Consiglio del Sistema Educativo Provinciale». Fra i temi affrontati la sicurezza, i trasporti, le dotazioni informatiche alle mense.
Fra le decisioni di questi giorni anche la proroga al 23 maggio dei versamenti dovuti per il prolungamento d’orario per i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia e a breve il provvedimento che sospende i pagamenti per i servizi non usufruiti.

Laconica la dichiarazione di Bisesti al suo Ufficio Stampa: «La chiusura delle strutture scolastiche imposta dalla pandemia che sta affliggendo il nostro paese ha costretto tutti a grandi sacrifici. In qualità di assessore all’istruzione penso in particolare alle famiglie che oltre al problema sanitario devono far fronte alla quotidianità senza poter contare sui servizi educativi per i propri figli. La Provincia sta mettendo in campo tutti gli strumenti possibili per attenuare queste difficoltà, sia dal punto di vista pratico che economico». 

Poi l'annuncio: «Da domani incontrerò le parti sociali, i dirigenti scolastici, tutte le categorie del mondo della scuola e i rappresentanti delle scuole equiparate dell’infanzia per raccogliere le istanze di tutti e fare così sintesi per le strategie future» ha detto Bisesti.

Qualcosa dovrà dire entro i primi di maggio, vistoi che dieci consiglieri di opposizione del Consiglio provinciale di Trento hanno presentato la richiesta di una convocazione straordinaria del Consiglio per poter discutere «in tempo utile» con l’assessore Bisesti e la Giunta su come gestire l’emergenza epidemiologica nelle scuole.

Oltre alla garante delle minoranze, Paola Demagri, prima firmataria, hanno sottoscritto la richiesta indirizzata al presidente Kaswalder anche i consiglieri Rossi, Dallapiccola, De Godenz, Tonini, Ferrari, Zeni, Marini, Ghezzi e Degasperi.
L’assemblea si riunirà così per la prima volta nella storia, il mese prossimo, in videoconferenza, dopo la simulazione che avverrà il 27 aprile.

La proposta di convocazione straordinaria del Consiglio sarà oggetto della riunione dei capigruppo convocata dal presidente Kaswalder martedì 28 aprile. L’incontro online servirà anche per valutare le norme che il presidente presenterà sulle modalità operative con cui poter svolgere le sedute in forma telematica, rese possibili dalla modifica del regolamento interno approvata in aula il 16 aprile scorso.


Cosa dice Roma? Poche ore dopo, Fugatti ha spiegato il quibus: dipende tutto dal Governo. «Noi non possiamo correre troppo di fronte a dettami nazionali. Lo abbiamo fatto per i cantieri all’aperto, ma poi ci sono dei dettami nazionali in cui è giusto che capiamo come si muove la comunità scientifica nazionale. Dobbiamo avere la giusta attenzione all’economia, ma anche alla salute pubblica».

Domani la giunta vedrà il coordinamento imprenditori e sindacati, per i vari settori, per capire come organizzare la fase 2 del Trentino. «Oggi Conte ha parlato di ipotesi dopo il 4 maggio, noi qui abbiamo lasciato respirare qualcosa l’economia nei cantieri, ora vediamo le decisioni del governo; noi auspichiamo che dia la possibilità di dare fiato all’economia, in una ipotesi 4 maggio».

Il premier Conte ha detto che mascherina e distanziamento vanno usati fino a quando non avremo un vaccino. Fugatti si è detto d’accordo: «Ritengo che le parole del premier si ricollegano a quello che ho detto prima: la libertà di uscire la puoi avere, ma sempre a determinata distanza e con protezione».

E i parrucchieri? In molti hanno chiesto a Fugatti quando potranno riaprire. «Fa sempre parte di quella fase 2 che il Governo deve prospettare, per garanitrie sicurezza. Chiaro però che sarà diverso da prima, si potrà entrare 1 cliente alla volta... ma parliamo sempre i protocolli che vanno decisi a livello nazionale».

Così con il trasporto pubblico locale: «si porrà il tema di vedere chi viaggia sui bus, e lo dobbiamo mettere in sicurezza. Passeggeri a sedili alterni, nessuno in piedi... occorrerà fare più corse, Ma va valutato se la gente vorrà salire sugli autobus, magari la gente farà fatica a salirci».

 

 

 

comments powered by Disqus