Emergenza coronavirus: gli errori commessi

La lettera al direttore

Emergenza coronavirus: gli errori commessi

Egregio Direttore, mi permetto di scriverLe, aggiungendomi alla lunga lista di quanti hanno già trattato questo argomento, per cercare di capire quali errori sono stati fatti e cosa fare per l’immediato futuro per evitare ulteriori danni di entità ancora incalcolabile per l’economia e per la serenità dei nostri concittadini. Sono un agente di viaggi dal 1983, sono passato dalla telescrivente a Facebook, transitando dalla prima guerra del Golfo, Torri gemelle, mucca pazza, Sars, seconda guerra del Golfo, aviaria, peste suina, oltre gli attentati a Madrid, Londra, Sharm el Sheik, Parigi eccetera. però devo confessarLe che mai ho assistito ad un’ansia e una paura come in queste ultime settimane, dopo la scoperta dei focolai in Italia.

Secondo il mio parere ciò che ha creato il panico, portando i cittadini a fare incetta di inutili mascherine, disinfettanti di ogni tipo e approviggionamenti alimentari prevedendo una lunga carestia, è stato il gran numero di decessi registrato nei primi giorni successivi all’allarme, con punte di decessi tre volte superiori rispetto alla Cina (9 morti contro i 170 positivi), pari al 6% dei malati, poi percentuale calata e attualmente assestata sul 2,4%. Ora mi domando, se il tempo di incubazione è di 14 giorni e per portare al decesso il decorso negativo della malattia è di almeno sette giorni, fanno un totale di 21 giorni, ma il focolaio è stato scoperto solo poco tempo fa, non è per caso che questo alto numero di morti sia stato erroneamente attribuito al coronavirus mentre i decessi andrebbero attribuibili ad altra causa, magari poi contagiati dal virus ma non in maniera letale? Sono state fatte le autopsie a queste persone così da accertare senza ombra di dubbio che il decesso sia attribuibile al virus?

Sembra di poco conto ma secondo me è ciò che ha scatenato il panico in Italia e poi a catena in tutto il mondo, è passato il messaggio che il virus in Italia sia molto più pericoloso che per esempio in Corea del Sud. Penso che il cardine sia nell’ informazione, frammentaria, a forte impatto emotivo, ciò che è stata chiamata infodemia, cioè epidemia informativa. Questo è il grave errore del governo centrale e anche di quelli regionali, il Presidente Fontana che si presenta in mascherina comunicando al mondo che anche lui è in quarantena, il Presidente del Consiglio in divisa da Protezione Civile, trasmettono un profondo stato di ansia agli italiani e di conseguenza a tutti gli stati esteri, così da bloccare l’accesso degli italiani in decine di Nazioni. Il danno economico creato al momento è enorme, centinaia di migliaia di attività sono in crisi.

Silvano Dondio


 

Cerchiamo di fare la nostra parte

L’Italia è fin troppo trasparente rispetto ad altri Stati che danno l’idea di analizzare i dati in altro modo (la sua osservazione sui decessi è giusta, perché molte persone stavano già morendo) e di nascondere più di una verità. Il problema non è però la buona informazione. È una certa politica e un bel gruppo di ciarlatani del web. Ad alimentare l’infodemia non è certo chi cerca di fare ogni giorno al meglio il proprio lavoro: è chi strumentalizza ogni cosa e chi ogni giorno diffonde gigantesche bufale. Serve ordine. Ad ogni livello. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di fare di giorno in giorno la nostra parte.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus