Caccia: animalisti pronti al referendum contro la soppressione del comitato faunistico
«Adesso dobbiamo prendere il toro per le corna. In senso buono, in termini animalisti».
Adriano Pellegrini, presidente dell’Ente provinciale protezione animali e ambiente usa questa metafora per annunciare la controffensiva delle associazioni ambientaliste e animaliste, dopo la decisione della giunta provinciale di eliminare il Comitato faunistico provinciale. «A questo punto - dice - facciamo un referendum abrogativo della legge sulla caccia. Prima, anche se perdenti, eravamo almeno parte di una attività deliberativa».
Prima di giocare la carta referandaria, però, le associazioni attendono che in Parlamento sia completato l’iter per il quorum approvativo al 25%. Ma intanto non rimarranno con le mani in mano. Scontato il ricorso al Tar contro le prescrizioni tecniche e il regolamento, che prevede l’abrogazione del comitato faunistico e un passaggio di competenze alla giunta provinciale. «Adesso faremo la nostra opposizione tramite alcuni soggetti politici in sede di approvazione del decreto - spiega - Con le altre associazioni, con cui lavoriamo da 25 anni (Legambiente, Lipu e Wwf) abbiamo stilato una serie di attività, per arrivare alla stretta referendaria, una provocazione democratica.E sicuramente impugneremo le prossime prescrizioni tecniche, ma non è escluso che siano sollevate questioni di legittimità costituzione».
Ma Pellegrini vuole risponde anche al presidente dei cacciatori, Stefano Ravelli, che aveva difeso la soppressione del Comitato faunistico (l’Adige di ieri). Due i passaggi sotto accusa. «Il primo riguarda la convinzione secondo cui la nostra “controparte” farebbe parte a pieno titolo del movimento ambientalista. No, Presidente Ravelli, siamo organizzazioni sociali del tutto diverse, confliggenti e con finalità antitetiche. Noi non impoveriamo l’ambiente sottraendogli vite e valori, non preleviamo un patrimonio pubblico per un esclusivo interesse ludico, noi subiamo la vostra attività. Infine - aggiunge - non accetto l’accusa secondo cui la componente ambientalista avrebbe brillato per la sua assenza in occasione delle riunioni del Comitato faunistico».
E qui Pellegrini cita una lettera del 18 aprile 2016 con cui Eppaa, Legambiente, Lipu e Wwf denunciavano, fra l’altro, «la bocciatura di qualsiasi proposta che provenisse dal movimento ambientalista. Ora - aggiunge - il nuovo governo provinciale ha deciso di zittire le nostre voci, privandoci della funzione deliberativa perseguita per 25 anni».
Anche Osvaldo Negra, del Wwf ritiene che la misura sia ormai colma e che la strada referendaria e quella del ricorso alla magistratura amministrativa sia la sola possibile. «Non mi pare che l’assessore Zanotelli sia intenzionata a tornare sui suoi passi, nonostante le sia stato spiegato cosa fosse stato il Comitato faunistico e quali fossero i motivi giuridici e operativi dietro la sua istituzione, pure con tutte le perplessità che riguardavano questo organismo. La componente protezionistica era composta di 4 persone, la componente venatoria di 5 e il dirigente del servizio faunistico è sempre stato con licenza di caccia. Ma almeno era uno strumento attraverso cui fare arrivare le nostre istanze».
Grave, secondo Negra, che si sia presentata una scelta a cose fatte, ma anche che «l’assessore identifichi, in modo sbagliato, la fauna con la selvaggina». La strada referendaria, certo, non è facile. «Ma la società civile sta cambiando e, forse, è crescente il numero di persone che riflettono sul fatto che la caccia, per quanto regolare, ostacola e limita il contatto che si ha con il mondo naturale, perché dove si caccia la fauna è più spaventata».