Adolescenti e virus: le giornate a casa
Un'adolescenza sospesa per decreto. Gli anni più spensierati 'sotto sorveglianza' per fare fronte ad un nemico invisibile quanto insidioso. Essere teen ager ai tempi del coronavirus è anche questo: vedere precipitare gli anni della curiosità, delle amicizie, dei primi amori e della fisicità in giorni asettici e reclusi con i contatti rarefatti, la vita sociale al grado zero e una quotidianità tutta da reinventare. Allo stop delle scuole ora si sono aggiunte le chiusure di palestre, piscine, bar, discoteche. Al bando feste e, ancor di più, rave. Insomma l'intero pantheon dei divertimenti teen congelato.
"Ho la sensazione di essere in una vita che non è la mia dal 21 febbraio e non riuscire ad uscirne, ma per davvero. E' una situazione in cui mi sono ritrovata da un giorno all'altro. Il 20 febbraio qui si viveva normalmente, la mattina dopo eravamo in quarantena. Sei settimane rinchiusa nel mio paese": così scrive Giulia, studentessa liceale di Codogno, su twitter. E sui social Giulia, 17 anni proprio il giorno dell'arrivo della quarantena per Codogno, tiene una sorta di diario-riflessioni sul mondo rarefatto causa virus. Un modo il suo anche per vincere lo sgomento, l'ansia, l'incredulità e la noia di giorni in cattività. E in questo tempo 'diverso' c'è anche chi impara a recuperare il meglio che si era perso nella routine scuola-amici.
"La mia vita è molto cambiata -dice Chiara 18 anni, V anno in un liceo in provincia di Roma- non vedo più i miei compagni di scuola ma solo il mio ragazzo e una mia amica, insieme studiamo Tacito. Ma soprattutto ho riscoperto la mia famiglia, il piacere di parlare con i miei genitori, leggere un libro, vivere con più lentezza. Bisogna sfruttare al meglio questo tempo". C'è anche chi ne approfitta per vedere i monumenti, l'unica cultura disponibile dopo la chiusura di musei, cinema, teatri. "Mi manca andare al cinema -dice Eleonora, 16 anni, studentessa di Roma- ma in compenso giro per la città e mi godo, a debita distanza da tutti, chiese e monumenti. E' un'occasione unica in una situazione sicuramente drammatica. Poi per passare il tempo cucino magari con i genitori, gioco a pallavolo con mia madre, scopro libri mai letti". La cosa più difficile per i ragazzi privati delle abitudini è reinventarsi la giornata. "Ma è la prima cosa da fare -dice Monica Bilello, psicologa dello sviluppo e dell'età evolutiva - Organizzare il tempo, ritrovare una routine, riempire di cose nuove questi giorni aiuta ad affrontare una situazione emergenziale, insolita e anche angosciante. Insomma è necessario, per gli adolescenti e anche per i più piccoli, ritrovare un ritmo che non capovolga le loro vite più di quanto non facciano gli eventi". Per Margherita, 12 anni, tutto questo tempo di contagio sembra "un Truman Show, un set nel quale siamo precipitati nostro malgrado", per Eleonora invece, fresca di lezioni da terza liceo, "sembra più il Decameron". Ma il modo più frequente per affrontare il virus sembra quello di esorcizzare. "Scherziamo su Amuchina e mascherine, scherziamo sul metro di distanza ma alla fine usiamo Amuchina e ci laviamo spesso le mani e scherzare è solo un modo per nascondere un timore", dice Eleonora. Il modo più efficace però di superare la paura è quella di informarsi. "Informarsi bene però, sui siti istituzionali e presso gli organi di informazione certificati. Sapere è già vincere l'ignoto - aggiunge Monica Bilello - utile poi è fare gruppo ma siccome non si può concretamente potrebbero venire in soccorso i social, terreno d'elezione di questa generazione, che possono essere la vera via per tenere viva la vita sociale ora in isolamento". Un piccolo vademecum per sopravvivere in questi tempi contagiati che si ricorderanno come giorni strani ma forse, ad un'età giovane, utilissimi. "Queste regole, questa specie di isolamento mi stanno insegnando la civiltà e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Dobbiamo stare a casa per proteggere noi stessi ma soprattutto i più vulnerabili. Ai ragazzi della mia età dico: dimostriamo che sappiamo crescere, che siamo più della movida e di una festa, che siamo un generazione generosa", dice Chiara che in questo bizzarro anno scolastico prenderà la maturità saltando molti giorni di scuola ma avendo imparato che "ora bisogna reagire per crescere".