Ormai si muore di reality Ecco i programmi più folli
I reality sono protagonisti dei palinsesti tv, ma devono continuamente superare i limiti per stupire e battere la concorrenza. Le prove cui sono costretti i concorrenti per sopravvivere sono sempre più estreme
I reality sono protagonisti dei palinsesti tv, ma devono continuamente superare i limiti per stupire e battere la concorrenza. Le prove cui sono costretti i concorrenti per sopravvivere sono sempre più estreme.
Lo scontro fra elicotteri in Argentina è la seconda tragedia in due anni che coinvolge uno show trasmesso dall’emittente francese Tf1. Nel marzo 2014 un concorrente di 25 anni, Gerald Babin, era deceduto per un attacco cardiaco in Cambogia durante la prova del naufragio per il reality Koh-Lanta, la versione transalpina del celebre format Usa Survivor. Intanto è un diluvio di critiche nei confronti del reality in questione e soprattutto sulle sempre più estreme modalità di svolgimento di questo tipo di programmi televisivi. La Francia rimane in lutto piangendo alcuni dei suoi migliori atleti.
In confronto, le bevute di latte con il sangue vaccino e un pasto di occhi di bue bolliti della Talpa, i digiuni e le punture dei mosquitos dell’Isola dei Famosi o le «perle» del re del porno Rocco Siffredi e la seminuda Cecilia Rodriguez, come il «tugurio» del Grande Fratello, sembrano giochi da ragazzini.
Nel 2010 l’annuncio dell’emittente britannica Channel 4, che stava cercando un malato terminale pronto a farsi mummificare davanti alle telecamere per un documentario, fu un ulteriore passo avanti verso l’estremo tv. Docu e reality sono infatti generi declinati in maniera sempre più «hard», specie nella tv inglese e americana, meno in Italia. Innumerevoli gli esempi recenti. Channel 4 aveva già mandato in onda l’esibizione di Derren Brown, il mago-illusionista-sensitivo che aveva messo in scena una vera e propria roulette russa, puntandosi la pistola alla tempia.
La stessa emittente ha fatto discutere nelle scorse settimane anche per la serie Cast Offs, con sei disabili protagonisti su un’isola deserta. In Gran Bretagna c’è stato anche Don’t drop the coffin («Non lasciare cadere la bara»), forse il più lugubre di tutti i reality, una specie di Six feet under che raccontava la storia e la vita di una famiglia che gestisce una ditta di onoranze funebri. Si seguiva il lavoro del gruppo, dall’accoglienza dei parenti in lacrime alla preparazione del cadavere, dalla disposizione dei fiori alla sepoltura, con tanto di litigi familiari di fronte alla lapide. L’inglese Channel Four, la stessa di Cast offs, ha mandato in onda l’esibizione del mago-illusionista-sensitivo Derren Brown, il quale ha messo in scena una vera e propria roulette russa, puntandosi la pistola alla tempia.
In Francia sono andati in onda programmi di Family Xchange con genitori che si scambiano i figli, con conseguenti polemiche da parte degli psicologi. Negli Usa vanno pazzi per uno show al limite della follia che ha tenuto incollati milioni di telespettatori davanti al piccolo schermo: Fear Factor (Fattore Paura), in cui i concorrenti infilano la testa in una vasca piena di topi, serpi, murene o scorpioni, mangiano vermi e insetti vivi. Sulla tv americana è passato anche il reality Riesci a fare l’attrice porno?, con 28 donne in gara per un contratto di un anno con una casa di distribuzione di film a luci rosse e per un premio da 100 mila dollari. I telespettatori scelgono da casa le finaliste tra quelle più spigliate (e spogliate).