Sposa trans in Argentina, il giudice italiano conferma le nozze
Non è un matrimonio tra omosessuali e va trascritto nel registro dello stato civile quello contratto nel 2011 in Argentina tra un ragazzo italiano e il suo compagno transessuale argentino, il quale, nel giugno del 2012 ha ottenuto nel suo Paese il cambio di sesso e di nome da maschile a femminile. Lo ha stabilito la Corte d’Appello civile di Milano, sezione famiglia, con un provvedimento, primo in Italia, depositato due settimane fa. Per i giudici il matrimonio «è perfettamente conforme al paradigma eterosessuale».
La vicenda riguarda una coppia che nel 2011, quando entrambi erano per l’anagrafe di sesso maschile, si è sposata secondo la legge di quel Paese. L’anno successivo, nel giugno del 2012, il transessuale di origini argentine, in base alla norma appena entrata in vigore nella nazione sudamericana, ha chiesto e ottenuto la «rettifica» del sesso maschile in femminile pur senza essere sottoposto ad alcun intervento chirurgico e il conseguente «cambio del proprio nome».
Quando poi la coppia, essendo il ragazzo di origini italiane, è giunta a Milano, si è vista rifiutare dagli appositi uffici del Comune la trascrizione del loro matrimonio. Ora invece è arrivato il provvedimento, definito dagli addetti ai lavoro «innovativo» e «primo in Italia», che ha ribaltato la decisione di primo grado.
Il collegio della Corte d’Appello Civile ha affermato che «in forza di quanto previsto» dalla riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato «l’esistenza e il contenuto dei diritti della personalità sono regolati dalla legge nazionale del soggetto». Dunque hanno ritenuto l’efficacia della legge argentina e il trans «a tutti gli effetti persona di genere femminile» e che «non è quindi possibile fa valere la passata identità anagrafica» della ormai donna argentina «senza violare il diritto al rispetto all’identità della stessa».
Risultato: il matrimonio «deve essere considerato a tutti gli effetti, anche nell’ordinamento italiano, come matrimonio contratto tra persone di genere diverso, non contrario all’ordine pubblico e produttivo degli effetti giuridici propri del matrimonio». Quindi, è l’ordine dei giudici, il matrimonio va trascritto nel registro di stato civile del Comune di Milano.